GIULIA PRETE
Cronaca

Stop concorrenza sleale, blitz degli agricoltori di Coldiretti Lucca al porto di Civitavecchia

L’azione per denunciare l’invasione di materie prime e prodotti stranieri. Il presidente Elmi: “Se non si interviene si mette a rischio il mercato dell’olio“

Il blitz degli agricoltori

Il blitz degli agricoltori

Lucca, 21 febbraio 2025 – Un blitz al porto di Civitavecchia per denunciare l’invasione di materie prime agricole e prodotti agroalimentari stranieri. Un’azione eclatante quella che ha coinvolto 2mila agricoltori, centinaia dalla Toscana (tra cui moltissimi della lucchesia), per alzare i riflettori sulle importazioni di prodotti da paesi terzi di bassa qualità e a prezzi stracciati che non rispettano gli stessi requisiti sanitari, ambientali e sociali a cui devono sottostare gli agricoltori toscani e italiani.

Un vero e proprio “assalto” pacifico per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di alzare il livello di tutele a difesa del reddito degli agricoltori e la salute dei consumatori contro il rischio frodi. E chiedere, insieme a più controlli, l’abolizione del codice doganale che consente, con una minima lavorazione in Italia, ad una materia prima agricola straniera di diventare Made in Italy, e non è più tollerabile, l’applicazione del principio di reciprocità ed un’etichetta di origine europea.

Il focus della giornata è, in particolare, l’olio extravergine straniero che molto spesso viene venduto come “tricolore”, sfruttando il prezzo più basso.

“È fondamentale garantire che l’olio importato rispetti gli stessi elevati standard di qualità e sicurezza che caratterizzano l’olio extravergine d’oliva europeo – sottolinea Coldiretti Lucca – L’assenza di un controllo rigoroso sulla qualità e sulla provenienza dell’olio importato potrebbe compromettere la fiducia dei consumatori e mettere a rischio la reputazione dell’olio italiano, considerato uno dei migliori al mondo”.

Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian. “Questo strumento – conclude Coldiretti Lucca –, garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”.

“Made in Italy significa utilizzare solo materie prima italiane. Ma spesso non è così perché le regole lo consentono. Noi vogliamo cambiare queste regole. – spiega Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca –. Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che la concorrenza sleale danneggi il mercato dell’olio d’oliva così come delle nostre produzioni di alta qualità. In Toscana siamo riusciti, ad aumentare i controlli e mettere in trasparenza la provenienza delle materie prime ed i prodotti agroalimentari. Prima di oggi non era possibile. È un’azione concreta, un altro tassello da aggiungere agli obiettivi dell’abolizione del codice doganale e della reciprocità negli scambi commerciali per cui ci stiamo battendo a tutela del reddito dei nostri agricoltori”.

“È fondamentale garantire che l’olio importato rispetti gli stessi elevati standard di qualità e sicurezza che caratterizzano l’olio extravergine d’oliva europeo – sottolinea ancora Coldiretti Lucca –. L’assenza di un controllo rigoroso sulla qualità e sulla provenienza dell’olio importato potrebbe compromettere la fiducia dei consumatori e mettere a rischio la reputazione dell’olio italiano, considerato uno dei migliori al mondo”. In risposta a questa situazione, Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian. “Questo strumento – conclude Coldiretti Lucca –, garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”.