REDAZIONE LUCCA

Agricoltura multietnica. La “terra toscana“ che piace agli stranieri ”Noi qui per amore”

Crescono le imprese guidate da forestieri capaci di esaltare le nostre bellezze

Agricoltura multietnica. La “terra toscana“ che piace agli stranieri ”Noi qui per amore”

Un’agricoltura multietnica che non solo fa bene all’ambiente e all’economia, ma dai risvolti utili a sviluppare quel senso di integrazione sociale transitando da una parola chiave: il lavoro. La Coldiretti Toscana ci dice che le imprese agricole guidate da imprenditori stranieri sul territorio regionale, ammontano a quasi tremila aziende. Solo in Lucchesia se ne contano 130 e, come ricorda il presidente Andrea Elmi, il dato assume un trend positivo con un + 7,2% rispetto solo al 2019.

Dati incoraggianti in un’ottica di impresa non certo facile, né immune dai rischi: ma che restituisce al nostro ambiente, sicurezza sotto forma di gestione del territorio, reddito e occupazione. Ne parliamo con Christin Kirn, un’imprenditrice tedesca che è arrivata in lucchesia molti anni fa seguendo il marito, allora direttore musicale dell’Opera di Roma, il Maestro Gustav Kuhn che fondò l’Accademia Montegral presso il Convento dell’Angelo ed è così che Christin ha iniziato a produrre olio a Tramonte di Brancoli. Anche in questa storia, come per magia, si affaccia Giacomo Puccini. Perché il maestro Kuhn si trovava proprio a Lucca a provare la Manon Lescaut e un amico gli fece conoscere le colline lucchesi.

"La zona era molto bella e decidemmo allora di trasferirci qui; abbiamo attualmente in gestione una villa che può ospitare fino a 16 persone ma il nostro percorso, oltre quello musicale di mio marito, ha visto iniziare anche l’attività agricola, essendo questa zona molto apprezzata per la qualità dell’olio".

Musica e coltivazione degli olivi, in uno scenario magico, hanno letteralmente rapito Christin Kirn, biologa di formazione. "Coltiviamo mille piante di olivo, alcune di queste hanno oltre cento anni e siamo entusiasti del prodotto che commercializziamo, soprattutto all’estero; essendo una biologa ho potuto riconoscere le caratteristiche dell’olio di Tramonte di Brancoli, un olio prodotto a livello familiare e con l’aiuto di persone che forniscono la loro opera lavorativa".

L’imprenditrice porta le sue olive ogni sera al frantoio, per avere un olio di eccellenza. Ma non solo. Alle piante lei non dà alcun tipo di trattamento chimico: "L’olio è la semplice trasformazione data dalla spremitura, e raccogliamo quello che le condizioni atmosferiche ci consentono: lo scorso anno – spiega Christin Kirn – abbiamo avuto una produzione di mille litri mentre quest’anno è andata piuttosto male perché durante il mese di ottobre è piovuto molto".

L’olio di Lucca, viene poi trasferito ai clienti tedeschi e austriaci che ne apprezzano la qualità. "I miei clienti sono entusiasti di questo prodotto – conclude l’imprenditrice – ne esaltano gli odori e i profumi che arrivano a contrassegnare l’olio dato da questa terra".

Maurizio Guccione