Testimoniano il nostro passato con la loro silenziosa presenza. Sono 36 alberi plurisecolari che convivono con noi, e che la Regione Toscana ha incluso nell’elenco degli esemplari monumentali. Un gran patrimonio arboreo che dobbiamo saper tutelare, sensibilizzando soprattutto i giovani, che lo erediteranno. Amare le piante significa entrare nel loro mondo, in apparenza sconosciuto, ma in realtà alla portata di chiunque. Dipende dalla nostra disposizione d’animo, e da come riusciamo a stabilirci un dialogo, che non è detto sia sempre silenzioso, cioè limitato alle nostre percezioni e sensibilità.
Se sappiamo stargli vicini, specie a quelli più antichi, ci giunge, sovente, qualcosa di nuovo e di insolito. A cominciare dai sottili scricchiolii dei loro rami, oppure dai movimenti delle foglie a seconda del vento. Poi possiamo ammirarne le cortecce, sovente spesse, proprie di chi ha sfidato e continua a sfidare il tempo. Ma oltre questi alberi, che la Regione ha inserito in una sorta di albo d’oro, se andassimo nelle nostre montagne e colline, ne troveremmo di sicuro ancora altri, sfuggiti ai censimenti poiché situati in zone non accessibili, per il fatto che i boschi, abbandonati a loro stessi, sono divenuti giungle impraticabili, pervasi quali sono da una vegetazione selvatica, tra cui le prunaie e piante di ogni sorta crollate che hanno ostruito quei sentieri un tempo percorsi da viandanti e pellegrini. Un esempio, queste nostre annotazioni, di quanto gli alberi ci inducano a riflettere e a farceli sentire alleati.