Mille euro di multa e patente sospesa per chi viene beccato al telefono mentre guida, patente sospesa, 6mila euro di multa e addirittura l’arresto per chi ha un tasso alcolemico di oltre 1,5 g/l e multe salatissime anche per chi viene sorpreso a passare con il rosso. Queste sono solo alcune delle regole – con sanzioni decisamente più severe – entrate in vigore a partire dal 14 dicembre con la riforma del nuovo codice della strada (legge 177 del 2024). Regole che preoccupano molti (soprattutto i ristoratori) ma che sono anche state apprezzate da tanti cittadini. Gli studiosi, però, arricciano il naso: secondo alcuni studi, ormai di vecchia data, multe elevate e punizioni troppo severe non sarebbero infatti efficaci, anzi. A parlarcene la docente di economia della Scuola Imt di Lucca Sibilla Di Guida, impegnata principalmente in studi di ricerca teorica.
Cosa è stato analizzato con questo studio?
"Tengo a precisare che lo studio non è stato fatto adesso, conseguentemente ai nuovi cambiamenti del codice della strada, ci lavoriamo da almeno quindici anni. Uno dei miei campi di studio riguarda come le persone percepiscono questo tipo di ‘interventi‘ analizzando come queste hanno risposto all’entità della punizione e alla frequenza della stessa. Le ricerche che abbiamo fatto, basate su letteratura economica ma anche psicologica, sono state fatte sulle possibili combinazioni, ad esempio alta punizione e basso indice di frequenza, oppure bassa punizione e alto indice di frequenza".
Cosa ne è venuto fuori?
"I test sono stati effettuati in ambito medico e in alcune aziende. Abbiamo valutato quali sanzioni fossero più efficaci quando il personale non utilizzava correttamente alcuni strumenti di sicurezza. Avere una bassa frequenza (di controlli) e una bassa punizione naturalmente era la strategia che funzionava meno. Anche fare tanti controlli con sanzioni alte, però, è controproducente. Si riduce senza dubbio l’effetto, in questo caso il mancato o lo scorretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza, ma si va a creare molta tensione e mal contento tra i dipendenti, quindi ha molti effetti negativi".
Applicando questo studio al contesto specifico del nuovo codice della strada, cosa ci può dire?
"La misura che viene proposta adesso è quella della combinazione ‘bassa frequenza, alta punizione‘. La probabilità di essere fermati e ‘beccati‘, quindi, è molto bassa. In generale questa strategia non ha molto effetto, perché – secondo l’esperienza personale delle persone – c’è quasi sempre l’idea di farla franca. L’ipotetica punizione quindi, anche se molto alta, non funziona come deterrente".
Qual è, quindi, la strategia giusta da adottare?
"Sicuramente quando le possibilità di essere ‘beccati‘ sono molto alte, ma le punizioni sono basse. Se i tanti autovelox che sono in giro per l’Italia funzionassero davvero, e le multe fossero basse, si sarebbe trovata la soluzione che porterebbe al risultato migliore. Le persone sanno che saranno punite se commettono un’infrazione, ma allo stesso tempo una punizione limitata non va a creare aggressività e sfiducia nei confronti delle autorità. Sanzioni più contenute sarebbero anche l’ideale per quelle persone con basse disponibilità economiche. Una persona che magari compie un solo errore non accetta molto volentieri di essere punita in modo esagerato".
Tante multe, quindi, ma basse.
"Esatto, si è visto che, quando le persone vengono corrette frequentemente ma in modo "gentile", si ottengono i risultati migliori".
Giulia Prete