MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

Alla scoperta di Vivaldi. Concerto di Sardelli tra musica e narrazione

L’evento domani alle 21 nella chiesa di S. Francesco, dove il direttore d’orchestra si cimenterà nell’interpretazione del compositore barocco.

Il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli

Il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli

Un concerto speciale quello in programma domani alle 21 nella Chiesa di San Francesco che proporrà al pubblico la narrazione di Federico Maria Sardelli il quale si cimenterà, accompagnato dall’ensemble “Modo antiquo”, nelle musiche e nella narrazione di uno dei più grandi musicisti a cavallo tra il Sei-Settecento, Antonio Vivaldi.

Il concerto – lettura, è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca in collaborazione con “Animando”. Voce narrante sarà appunto Federico Maria Sardelli e il concerto prende spunto da una sua pubblicazione edita nel 2015 per i tipi di Sellerio, vincitrice del Premio Comisso per la narrativa. L’autore è direttore d’orchestra, compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore ed autore letterario, ed è considerato uno dei massimi esperti di Vivaldi oltre che autore dall’acume satirico. Nel 1987 ha fondato l’orchestra barocca Modo Antiquo. A lui abbiamo chiesto di sottolineare i nuovi spunti che, nel tempo, hanno fatto emergere tratti meno noti ma non per questo minori dell’opera del celebre compositore e violinista veneziano, rimasto nel dimenticatoio per molti anni.

Un concerto per riscoprire Vivaldi: ma chi era davvero il “prete rosso” raccontato nel suo libro?

"In realtà io nel libro non parlo di Vivaldi ma del dopo, ne racconto cioè le vicende postume: semmai parlo dell’assenza di Vivaldi e del suo tesoro di manoscritti che rimangono nel buio rischiando di andare perduto: fanno un giro complicato e riaffiorano nel 1925 nel Monferrato, quindi parlo di questa storia che in pochi conoscono; in realtà Vivaldi è un compositore scoperto proprio dopo quella data".

La musica barocca del compositore è celeberrima: che cosa non conosciamo e perché non è emersa in così tanto tempo?

"Quello rimasto durante il tempo di oblio erano le poche cose pubblicate a stampa ma a nessuno, nell’Ottocento, interessava suonare Vivaldi; dopo il 1925 emerge invece l’inestimabile tesoro delle sue composizioni, anche per quantità, e si scopre il gigante che oggi conosciamo".

Quale sentimento prova ogni volta che interpreta Vivaldi?

"Sembrerò retorico ma porto in giro lo spettacolo da circa 8 anni in tutta Italia e ogni volta che eseguo questa musica mi commuovo perché rivedo l’uomo e il dramma che ha vissuto; Vivaldi – non lo sa quasi nessuno – era un disabile, con problemi enormi di salute, assistito da persone per le sue sofferenze: dunque per me contestualizzare e vedere l’uomo prima di tutto, va al di là di una asettica interpretazione".

L’ensemble Modo Antiquo da lei fondato si distingue per l’interpretazione della musica Barocca e vivaldiana in particolare, che cosa significa?

"Modo Antiquo nasce come gruppo per l’esecuzione della musica Barocca, a partire da Giambattista Lulli, Hendel e poi Vivaldi e non c’è un criterio se non il rispetto; significa che non mettiamo lo spartito sul leggio e suoniamo ma ci interroghiamo su come al tempo veniva fatto, con quali strumenti, così da indagare sulla storia per restituirlo il più possibile nell’integrità stilistica ed è quello che oggi manca".

Perché un giovane dovrebbe appassionarsi alla produzione musicale Vivaldi?

"Sono sempre stato contrario alla retorica sui giovani perché io facevo i primi concerti a 15 anni però mi sembrava normale; nel tempo mi sono accorto che questa musica piace, semplicemente bisogna fargliela arrivare; vanno avvicinati, con le scuole a stimolare la conoscenza".