
“C’è tutta la storia della mia famiglia, e non solo, in quelle deliziose sculture, i biscuit in immacolata porcellana bianca che un tempo abbellivano le tavole di Villa Mansi. Non è indolore disfarsene, sono splendide e ’raccontano’ tanto. Per questo mi auguro che possano rimanare nei loro luoghi naturali“.. Di qui l’invito di Rugiada Salom, una delle eredi di Villa Mansi, a pochi giorni dal giorno in cui un’eccezionale collezione completa di ben 19 antichi centrotavola di Villa Mansi, che risalgono a fine 1700, andranno all’asta.
"Sarebbe bello che le Fondazioni potessero prendere parte all’asta per far sì che i biscuit, una collezione completa come poche o forse nessun altra al mondo, restassero a pieno titolo patrimonio della città, fruibile da ogni lucchese e non solo – dice –. Potrebbero ’tornare’ a Palazzo Mansi, ad esempio, dove hanno felicemente albergato, e così ritrovare perfetta cornice e ottimali ambientazioni. Ed essere anche mostrati al pubblico del museo". La vulcanica Rugiada Salom, sempre attiva anche sul fronte della solidarietà, lancia l’idea che la città potrebbe cogliere: : salviamo’ i 19 biscuit e teniamoli a ’casa’, ovvero a Palazzo Mansi. I piccoli, immensi capolavori sono stati eseguiti dalla Manifattura di Porcellane di Vienna tra il 1789 e il 1791, anni della direzione di Conrad von Sorgenthal: la stima si aggira sugli 80-90mila euro.
Il decreto della Soprintendenza parla di ’qualità alta nell’esecuzione, con accurata definizione fin nei dettagli e con uno stato di conservazione in alcuni casi eccezionale che rende questi biscuit qualitativamente superiori ad analoghi esemplari conservati presso il Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti’. L’asta di questi pezzi unici, legati a doppio filo con la storia di Villa Mansi, si svolgerà venerdì alle 9,15 a ’Farsetti Arte’ a Prato. Tra le opere che saranno battute all’asta, anch’esse provenienti dalla Villa Mansi, anche i ritratti di alcuni dei membri più autorevoli della famiglia, tra cui quello di Nicolao Mansi Cavaliere di Malta (XVII secolo) e quello di Lucida Mansi, personaggio ’scolpito’ nella leggenda.
"Ma in particolare questi preziosi Amorini della Manifattura di Vienna furono uno speciale dono giunto da una famiglia reale, dopo una visita a Villa Mansi nel 1785 di Ferdinando IV di Borbone Re di Napoli e Sicilia, con l’arciduchessa D’Austria, l’arciduca Ferdinando Carlo D’austria e tutta la corte al seguito. Sono stati conservati con la massima cura – sottolinea Rugiada – . Sogno di vederli conservati in un museo cittadino, che li può mantenere intatti nel tempo e anche ’offrire’ alla vista dei lucchesi, come è giusto che sia".
Il tempo a disposizione non è molto affinchè gli enti possano mobilitarsi. I diciannove capolavori della Manifattura austriaca del 1700 saranno esposti nella storica Casa D’Aste di Prato Farsettiarte a partire da domani fino al 10 ottobre, con orario 10-13 e 16-19.30, festivi compresi. E poi l’asta, venerdì della prossima settimana. Attendono solo una mano generosa e gentile che in qualche modo li ’salvi’ e li restituisca a Palazzo Mansi e alla città.
Laura Sartini