
Alessia Berlusconi, proprietaria del bagno Alcione
Forte dei Marmi, 18 febbraio 2022 - Le spiagge chic fortemarmine all’asta? Per Alessia Berluconi, titolare del bagno Alcione, il rischio è che si scateni "l’assalto alla diligenza, con impossibilità per i piccoli imprenditori di competere con la potenza dei grandi gruppi". "Devono essere scritte regole che tutelino specificità e sacrifici – sostiene – in questo disegno di legge che piomba in modo frettoloso addosso ai balneari per responsabilità della politica. Fissare dei precisi termini delle aste era doveroso, ma il metodo seguito in questi due anni è discutibile perchè non si tiene conto di tutte le diversità che ci sono sul territorio demaniale italiano. Doveva essere rispettata la scadenza del 2033 come previsto dalla legge dello Stato, non si possono cambiare le regole del gioco quando gli imprenditori hanno pianificato i propri investimenti.
La mappatura delle spiagge poi doveva essere più capillare per capire anche chi sono i titolari di concessione, cosa hanno o non hanno fatto in questi anni. Se non c’è consapevolezza di questo, come si può decidere chi tenere dentro e chi far uscire?". Berlusconi entra poi ad analizzare le prospettive per Forte dei Marmi. "Sicuramente è una delle località più appetibili in Italia – aggiunge – e le aste non dovrebbero preoccupare solo i balneari ma anche l’amministrazione comunale perchè le spiagge sono state il fulcro di crescita del paese, generando quel turismo storico che poi ha integrato i nuovi ospiti stranieri.
Queste specificità dovranno trovare adeguata tutela. Purtroppo siamo anche vittime di luoghi comuni, quella dei balneari è una categoria poco amata perche forse poco conosciuta. Infatti la sorveglianza è a carico nostro: io ho 8 bagnini che da maggio a ottobre comportano una spesa aziendale di 150mila euro; l’iva in spiaggia è del 22% mentre in tutte le altre realtè turistiche è al 10%. Non siamo così privilegiati: siamo inquilini ma paghiamo pure l’Imu".
A far riferimento alle conseguenze di una maggior concorrenzialità dei gruppi internazionali è Roberto Santini dello storico bagno Piero. "Mi ha molto colpito –dice – l’analisi di Stefano Fassina sullo sfruttamento dei lavoratori e la ripercussione sociale, ecologica e fiscale che potrebber avvenire con l’ingresso di soggetti nuovi ed estranei al contesto. Sono contrario a posizioni di rendita ma, allo stesso tempo, ritengo fondamentale la salvaguardia della professionalità italiana e ho rispetto dei colleghi che si mettono in gioco tutte le mattine sostenendo impegni anche gravosi".
La paura per le conseguenze di un futuro incerto per l’industria balneare fortemarmina "che fa da traino all’affitto delle ville, alla vita di paese con ristoranti e negozi" è espressa chiaramente da Martino Barberi, presidente dell’Unione proprietari bagni.
"Sono comunque fiducioso – chiarisce – in un intervento del Parlamento sulla bozza di disegno di legge che possa inserire tutele per chi, fino ad oggi, ha gestito le concessioni. La vera questione è infatti quella del riconoscimento del valore d’azienda: va all’asta quel tratto di spiaggia che ha avuto mio nonno o l’azienda che vi insiste, compreso pacchetto clienti e attrezzatura? Non si parla in questo caso di investimenti da ammortizzare ma di beni materiali e immateriali che compongono azienda. Chi vince l’asta dovrà riconoscere un valore a tutto questo? L’indennizzo non dovrà essere riferito al valore residuo dell’investimento, bensì misurato al valore dell’azienda. E’ questo che distingue infatti un bagno di Forte dei Marmi dalla spiaggia libera nel Salento. Per arrivare a questo risultato – chiude Barberi – ci sarà bisogno dell’appoggio di tutti i rappresentanti politici che conoscono il territorio e che non devono dimenticarsi di sostenere le imprese familiari".
Francesca Navari