A Sanremo, nel periodo del Festival, si parlerà di Lucca e di un bolide concepito e realizzato dalle nostre parti. Tra le tante iniziative della kermesse ligure prevista a inizio febbraio, ce ne sarà una davvero insolita: la presentazione, al Grand Hotel Des Anglais di Sanremo, di Anomalya, la supercar progettata e costruita da Sly Garage di via del Casalino a Tassignano e prodotta in soli dieci esemplari al mondo. Un’auto (e non una macchina, perché la differenza è quasi filosofica) che torna alle radici del concetto di supercar, che mette al primo posto il piacere di guida senza filtri e senza le assistenze elettroniche ora considerate indispensabili.
Con un peso di appena 1.080 chilogrammi, grazie al telaio misto acciaio-carbonio, l’auto "made in Lucca", dispone di un motore sei cilindri da 3.2 litri di cilindrata di derivazione Porsche, che consente di raggiungere i 270 kmh e di passare da 0 a 100 km in 4,4 secondi. Un’auto per esperti, che ha sviluppato una ricerca aerodinamica basata sulle prestazioni più che sui confort. Un po’ come avveniva nelle auto sportive concepite sino agli anni ‘90 del secolo scorso di cui Anomalya rappresenta la continuazione, sia pure negli inevitabili sviluppi tecnologici, che i fondatori dello Sly Garage Factory – Sly Soldano, Samuele Pasquinucci, Luca Sabatelli, Guido Cecchi e Luciano Bartolini – hanno innestato nella loro azienda dove quotidianamente si lavora con vetture del calibro della Ferrari o Porsche.
E la singolarità di questa produzione è testimoniata dal fatto che è dal 1972 – quando Adriano Gatto dette vita alla Puma, la macchina guidata da Bud Spencer e Terence Hill nel film "Altrimenti ci arrabbiamo" – che non si produce in modo completamente artigianale un’auto con queste caratteristiche.
Un sogno inseguito da una vita da Soldano e soci che ora approda su un palcoscenico come quello di Sanremo. "Anomalya è un’auto non conforme – spiega Sly Soldano – nata per il piacere di guidare, non per non fare rumore, è un giocattolo per grandi, verrebbe da dire. Il suo compito principale è divertire chi guida. Nelle supercar in commercio il grosso difetto è fare il verso alla Formula 1 dove il pilota è sempre più un trasportato: noi vogliamo che chi esce dalla guida, lo faccia con il sorriso. Ci interessa che si ritrovi il gusto di guidare, non di essere guidati".
Fabrizio Vincenti