Antonio Meucci. Sul palco la vita e le invenzioni

Con “I Musei del sorriso“ la pièce di Riccardo Rombi. Oggi alle 16 in scena gli attori di Cantiere Obraz.

Antonio Meucci. Sul palco la vita e le invenzioni

Con “I Musei del sorriso“ la pièce di Riccardo Rombi. Oggi alle 16 in scena gli attori di Cantiere Obraz.

“L’ho inventato io. Antonio Meucci”, al Museo Barsanti e Matteucci di Lucca, prosegue il calendario del terzo festival “I Musei del Sorriso”, organizzato dal Sistema Museale territoriale della provincia di Lucca con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Appuntamento oggi alle 16 al Museo del Motore a scoppio, con la pièce di Riccardo Rombi portata in scena dagli attori di Cantiere Obraz. Antonio Meucci, nato nel 1808 nel quartiere di San Frediano, è uno dei molti fiorentini che, esportando il loro ingegno, hanno contribuito a rendere grande l’immagine di Firenze nel mondo. Antonio Meucci era molte cose: sperimentatore ingegnoso e visionario, amante delle donne, arrestato due volte per amore, studente all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, macchinista teatrale alla Pergola, carbonaro, scenografo al Teatro Nazionale di Cuba, imprenditore a New York, amico e socio di Garibaldi, nemico giurato di Alexander Graham Bell, ma soprattutto è l’inventore del telefono. L’11 giugno 2002, a 113 anni dalla morte, Antonio Meucci è stato, finalmente, riconosciuto ufficialmente primo vero inventore del telefono dal Congresso degli Stati Uniti, che ha annullato il brevetto a nome di Alexander Graham Bell. A 20 anni da quella data, per celebrare questo riconoscimento, Riccardo Rombi scrive un testo sulla vita di Meucci, vero genio fiorentino.

La corrente elettrica è l’enorme scoperta che segna un passaggio nella storia dell’uomo. Attraverso di essa “si illuminano le strade e le menti degli uomini”, racconta al pubblico Ester/Alessandra nel suo monologo iniziale al microfono, tratteggiando la biografia dell’inventore. Fino ad entrare letteralmente nell’invenzione del telefono. Uno spazio condiviso dai due personaggi. Un’isola d’amore proiettata nel futuro dove le immagini del passato riecheggiano come il suono di un vecchio carillon. Amore per la libertà e per la causa risorgimentale italiana. Ingresso libero, evento a cura di Museo mostra permanente Barsanti e Matteucci e Fondazione Toscana Spettacolo.