Tre giovani arrestati, accusati di furti commessi sia sul territorio di Altopascio che di Porcari e anche su quello de La Spezia. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lucca infatti hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lucca su proposta della Procura nei confronti di tre giovani di origine albanese, a conclusione di una prolungata e complessa attività investigativa, dalla quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine a un consistente numero di furti in abitazione consumati nei comuni di Altopascio, Porcari e La Spezia, avvenuti tutti nel 2023.
I colpi venivano messi a segno dopo aver forzato infissi e porte: l’immobile prescelto, veniva solitamente colpito da due o tre componenti mentre un altro assumeva il ruolo di “palo” o “sentinella”, pronto ad avvisare gli altri dell’eventuale ritorno dei proprietari o del passaggio di forze dell’ordine. I giovani erano dotati di tutti gli strumenti utili allo scasso utilizzati come “professionisti del mestiere”, riuscendo così ad aggirare anche complesse tipologie di chiusura delle abitazioni derubate.
Le indagini sono iniziate a seguito d’alcuni furti commessi nel comune di Altopascio, località talvolta meta di malviventi dediti a commettere reati contro il patrimonio a causa delle caratteristiche d’isolamento di alcune abitazioni nonché la vicinanza dell’autostrada Firenze mare.
Le successive attività svolte sia con metodi tradizionali che tecnologici, hanno permesso di ricostruire le abitudini e le caratteristiche degli indagati fino alla loro completa identificazione. Gli arresti avvenuti a Massa e Isernia hanno assicurato due dei soggetti colpiti dal provvedimento, mentre il terzo si trova in Lussemburgo, in stato di fermo per altra ordinanza emessa sempre dalla magistratura italiana e verrà sottoposto ad ulteriore dispositivo cautelare, al rientro seguito all’estradizione nel nostro Paese. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute e sequestrate due 2 pistole, successivamente risultate essere a salve.
Il giudice per le indagini preliminari di Lucca ha ritenuto idonee le numerose fonti di prova raccolte nel corso delle investigazioni a carico dei tre dai carabinieri, non soltanto nel motivare il provvedimento d’arresto, ma anche per evidenziare il concreto pericolo di reiterazione dei reati nel futuro.