REDAZIONE LUCCA

Assassinio di Khrystyna, chiuse le indagini

Chiesto il giudizio immediato per Francesco Lupino. Esce dall’accusa la premeditazione e restano i futili motivi. Nessuna complicità

ALTOPASCIO

Sul tavolo del gip di Pisa c’è già la richiesta di giudizio immediato dal pubblico ministero Egidio Celano per Francesco Lupino, 49enne tatuatore di Orentano, reo confesso dell’omicidio di Khrystyna Novak. L’evidenza della prova, per gli inquirenti, è cristallizzata nell’imponente indagine della Squadra Mobile che in cinque mesi ha stretto in cerchio sull’assassino della giovane ballerina ucraina e nella confessione resa dall’indiziato di delitto: una confessione arrivata nel giugno scorso durante un’interrogatorio fiume davanti al magistrato, quando, dopo ore, ci fu l’ammissione piena della responsabilità nella morte della donna, modalità dell’uccisione, del successivo occultamento del cadavere, e del movente.

Nel capo d’imputazione che accompagna la richiesta di giudizio immediato è caduta la contestazione della premeditazione del reato – inizialmente ipotizzata dopo il fermo di Lupino – ma restano i motivi futili: un quadro accusatorio, quindi, che porterà il tatuatore (dati i reati contestati) davanti alla Corte d’assise dove rischierà l’ergastolo.

Indagine chiusa quella del pm Celano, su Lupino, sull’intero quadro della vicenda iniziata come il giallo della sparizione, e anche sulle prime ipotesi che il tatuatore potesse aver beneficiato di complicità almeno nella seconda fase, quella dell’occultamento del cadavere. Su quest’ultimo punto, non sarebbero stati trovati i riscontri tali da consentire all’intuito investigativo di tradursi in atti giudiziari. Lo stesso Lupino – assistito da qualche settimana dal noto penalista pratese, avvocato Antonio Bertei – sottolineò agli inquirenti di aver fatto tutto da solo: dal delitto all’occultamento del corpo senza vita di Khrystyna, in Italia da qualche mese, ballerina ad Altopascio, dove aveva conosciuto l’uomo che in breve sarebbe diventato il suo fidanzato e con il quale aveva progettato di sposarsi presto, Airam Gonzalez imprenditore nel settore delle pelli nel fucecchiese. I due, nell’estate del 2020, andarono a vivere nella villetta di lui a Orentano. E da quella villetta Khrystyna, scomparve nel novembre scorso a poche ore dall’arresto per armi e droga del fidanzato. Scattarono ricerche. Ma di lei nessuna traccia.

La prima indagine per sequestro di persona, a pochi giorni da Natale, divenne inchiesta per omicidio quando gli inquirenti si convinsero che la donna era stata uccisa. E a ucciderla era stato il vicino di casa, il 49enne di Corte Nardi. Il movente? Per gli inquirenti Lupino avrebbe consumato una doppia vendetta: contro la ragazza per essersi adoperata per convincere il fidanzato, Airam Gonzalez, a uscire dagli affari illeciti messi in piedi con il tatuatore – era stata una soffiata di Lupino a incastrare l’imprenditore – e contro di lui che l’ascoltava. Rimasta sola fu facile preda. "Sono stato io, ma non ero andato a casa sua per ucciderla, ho tirato fuori la pistola e ho sparato", confessò Lupino tre settimane dopo il ritrovamento del cadavere, abbandonato in un vecchio casolare a due chilomentri dal luogo del delitto.

Carlo Baroni