Avventure, sfide e successi. Boccia e il suo ”Punto di vista“

L’autore narra la sua storia da quando a 16 anni è diventato cieco

Avventure, sfide e successi. Boccia e il suo ”Punto di vista“

Avventure, sfide e successi. Boccia e il suo ”Punto di vista“

Paolo Boccia è nato a Firenze e quando aveva solo 16 anni, in un terribile incidente di moto, ha perso la vista. La sua vita è ovviamente cambiata in modo radicale quel giorno, ma grazie ad una grandissima tenacia e, soprattutto, ad un inguaribile ottimismo, è andata avanti in modo straordinario, trasformando Paolo nell’uomo che è oggi. Un uomo che da oltre trent’anni, con grande passione e talento, fa il fisioterapista all’ospedale fiorentino di Careggi, e che, per un periodo altrettanto lungo, ha avuto un’agenzia di management dello spettacolo, lavorando con artisti come Enrico Ruggeri e Francesco De Gregori, Irene Grandi e Aleandro Baldi, per citarne solo alcuni.

Questa lunga avventura, iniziata con uno schianto in moto, e arrivata ad oggi, tra sfide, paure e tante soddisfazioni, Boccia ha deciso di raccontarla nel libro ”Dal mio punto di vista” (Le Lettere) che verrà presentato a a Olio su Tavola mercoledì 22 novembre alle 18.

“Quando tutto intorno a te diventa improvvisamente buio, non ti resta altro da fare che trovare modo nuovo di vedere le cose, di costruirti una strada che non solo ti dia uno scopo e un posto nella società, ma che ti faccia anche sentire felice, soddisfatto, appagato di quello che hai e di quello che sei. Certo le difficoltà ci sono, e non sono poche, non ci si nasconde dietro a un dito, ma si possono e si devono superare. Abbattersi non serve. Dal mio punto di vista, ci sono due modi di affrontare gli ostacoli: prenderli di petto o aggirarli. Ogni volta la battaglia è diversa e non ci sono ricette, ma quello che conta è la voglia – direi quasi la caparbietà – di voler andare oltre impedimenti e complicazioni, la determinazione a non farsi fermare, a vedere il lato positivo delle cose, a pensare che il bicchiere non solo è mezzo pieno, ma che si può riempire ancora di più. Ogni giorno va vissuto con intensità e solarità, mirando sempre a nuovi traguardi. Per me ci sono state la musica, che è diventata anche un lavoro e mi ha messo in contatto con artisti famosi e con dilettanti pieni di entusiasmo, e la fisioterapia, che è il lavoro che faccio con passione per l’aiuto che riesco a dare agli altri con le mie mani, che sprigionano energia".