FRANCESCA NAVARI
Cronaca

Bagno Marzocco, 100 anni in controtendenza L’unico stabilimento di una coop no profit

Fu preso in concessione nel 1922 da una cordata di fiorentini con finalità mutualistiche e oggi conta 58 soci discendenti di quei pionieri

Francesca

Navari

Dall’avventura imprenditoriale – e pionieristica – di un gruppo di fiorentini è nata un’esperienza originalissima (e insolita) nella storia della balneazione versiliese. Il bagno Marzocco ha festeggiato i 100 anni di vita ed è l’unico gestito da una cooperativa senza scopo di lucro: 58 soci attuali, ormai nipoti e pronipoti di coloro che decisero di dar vita a quella solida unione a scopo mutualistico. La lunga storia dello stabilimento – che include ben due concessioni – è stata sintetizzata nel volume "Il bagno Marzocco, 100 anni di attività balneare a Marina di Pietrasanta" curato da Francesco Bernocchi e Marta Vignali, presentato proprio in occasione della conviviale festaiola condita da maxi torta e fuochi d’artificio. Circa 150 i commensali, tra cui l’assessore Andrea Cosci che ha consegnato l’attestato di merito del Comune nelle mani della presidente della coop, Elisabetta Chiuri. E tra veterani – non è mancata una delle socie più anziane, Miranda Salucci di 91 anni – e le nuova generazioni, è stato celebrato un traguardo lusinghiero per quel tratto di spiaggia che nei decenni ha visto intrecciarsi famiglie, incontri, amicizie, amori e, soprattutto, una conoscenza così consolidata da fare sentire ormai tutti – i partecipanti alla cooperativa sono fiorentini e pratesi – davvero ’a casa’ in quel bagno che conta 109 posti ombra, una maxi piscina e campi da volley.

L’origine del Marzocco (il nome non è casuale, dato che è il simbolo della Repubblica di Firenze) è sconosciuta ai più, perfino ai versiliesi veraci. Era infatti il 1922 quando la cooperativa edilizia Il Marzocco, composta da un gruppo di fiorentini, decise di realizzare una fila di casette al mare a Tonfano, dove ancora c’era palude e dove l’idea di villeggiatura era davvero lontana. La strada dove furono edificate le prime villette fu chiamata, appunto, via Firenze; poi partì la costruzione di un vagone nella vicina via Roma (diventata via Pistoia quando il Duce battezzò via Roma il lungomare). Quelle cinquanta casette furono distribuite ai soci e in cambio del permesso di edificarle fu imposta la concessione del tratto di spiaggia demaniale: fu così che nel 1922 nacque il bagno Marzocco che, inizialmente, comprendeva anche il bagno Luciano che fu ceduto dalla coop al bagnino che gli dette il nome del suo primogenito. Lo stabilimento allora era su palafitte, tanto che prese completamente fuoco durante la Guerra e il Comune ne impose la ricostruzione in cemento. Nel 1947 infatti i fiorentini sfollati tornarono a riappropriarsi delle proprie casette al mare, la società cooperativa fu messa in liquidazione e ne fu fatta una nuova proprio per dedicarla alla ripartenza del bagno, fissando la partecipazione delle singole azioni in mille lire. Si unirono nuove famiglie anche illustri (come i Pineider) per scommettere in quella esperienza vacanziera. A progettare la struttura fu l’archtetto fiorentino Danilo Santi, professore universitario facente parte del team di tecnici deputati alla ricostruzione post bellica. Il risultato fu di una struttura minimalista che è rimasta a lungo interamente in cemento armato, per poi subire progressive trasformazioni (per mano dell’ingegner Roberto Tofani) con l’aggiunta di cabine, la creazione della grande piscina, il bar ristorante e l’alloggio per il bagnino. Oggi a rimanere testimonianza originale di quel progetto è la scala che conduce all’area terrazza-solarium di oltre 600 metri quadrati.

E se oggi il Marzocco è uno stabilimento elegante e sempre al passo con i tempi – gli utili infatti vengono reinvestiti per ammodernare ogni spazio – a renderlo speciale è il sapore degli aneddoti e delle storie che ciascuno ha da raccontare. Perchè sono parte delle dinamiche delle proprie famiglie e perchè raccontano uomini e comportamenti che tradiscono un’Italia di valori. E’ stato proprio l’autore del libro, Francesco Bernocchi, a ricordare ai presenti la figura del generale di brigata aerea Marcello Bruscoli che ha retto per un periodo lunghissimo la cooperativa col piglio di chi sa il fatto suo. A quelle spesso infuocate riunioni del consiglio partecipava infatti anche tale Silverio Benvenuti, che non era socio ma padre di una socia. "Così il generale Bruscoli lo sbattè fuori dall’incontro. Benvenuti allora in 24 ore stornò la quota di partecipazione a se stesso e tornò alla carica. Dopo varie riunioni Bruscoli iniziò ad apprezzarne la volontà propositiva, tanto da decidere di passare proprio a lui il testimone". Attualmente il consiglio di amministrazione è composto dalla presidente Elisabetta Chiuri mentre vice è Maurizio Bruscoli e consiglieri Alfredo Pianorsi, Antonella Bisiach e Letizia Lucchesi. Tutti discendenti di coloro che, con grande energia, credettero in una Versilia che poteva competere e contribuirono a tracciare un modello nuovo di gestione di stabilimento balneare che, inizialmente, per statuto ammetteva solo persone "che avessero la casa a Tonfano".