Bergamini sfiora i 7mila: “Ho dovuto rinunciare a 200 metri dalla vetta. Avrei rischiato la vita“

Si interrompe a un passo dalla meta la scalata al Khan Tengri, la vetta più settentrionale della terra tra Kirghizstan, Cina e Kazakistan. “La dote più importante per un alpinista è capire quando rinunciare“

L'alpinista Riccardo Bergamini

Lo scalatore lucchese Riccardo Bergamini alle prese con l’ennesima vetta

Lucca, 11 settembre 2024 – Si è conclusa la spedizione alpinistica del lucchese Riccardo Bergamini sul monte Khan Tengri, la vetta più settentrionale della terra di oltre 7.000 metri, situata tra il Kirghizstan, Cina e Kazakistan. Le avverse e troppo rischiose condizioni meteo con venti di oltre 100 chilometri orari hanno indotto il 48enne alpinista lucchese a rinunciare alla scalata a circa 200 metri dalla vetta. Troppo rischioso, continuare gli sarebbe potuto costare la vita.

“Una delle doti più importanti che deve avere un alpinista è capire quando bisogna rinunciare”. È proprio così, talvolta nella vita il coraggio più grande è quello di capire e fare un passo indietro. Ne sa qualcosa Riccardo Bergamini, veterano e magnifico interprete delle scalate sulla catena dell’Himalaya, profondo conoscitore di tanti angoli remoti sul “tetto del mondo”. Di “passi“ tutti in altezza, lui ne ha fatti davvero tanti. Per questa ennesima avventura l’alpinista lucchese era partito dall’Italia lo scorso 19 luglio. Obiettivo dichiarato una scalata tanto ambiziosa, quanto tecnica e difficile su una montagna, il Khan Tengri, che difficilmente si concede, considerando anche le sue complesse condizioni meteo. Raggiunto il Kirghizstan, si è unito ad un gruppo di alpinisti russi per salire la montagna insieme. Durante la fase di acclimatazione ha scalato il Peak Chapayev North, una montagna di 6.150 metri.

Dopo quest’ultima bella salita e qualche giorno di riposo al campo base è iniziata l’ascesa alla montagna che sfortunatamente, a causa del fortissimo vento e di condizioni metereologiche pessime, si è conclusa a circa 6.800 metri d’altitudine senza che fosse possibile raggiungere la vetta di 7.010 metri. Meta sfiorata, con un po’ di amaro ma la giusta consapevolezza di aver fatto bene. “Siamo piccole formiche di fronte ad enormi cattedrali di neve e di ghiaccio. Dobbiamo avere l’umiltà e capacità di saper decidere la cosa giusta”, così Bergamini. Parole dette a ragion veduta visto che durante il periodo di scalata, un alpinista russo è morto travolto da una valanga. E altri 3 alpinisti si sono salvati per miracolo. Chiaro che la storia delle spedizioni di Riccardo Bergamini e della sua immensa passione per la montagna non finisce qui. L’alpinista ha già tanta voglia e idee per il futuro. Magari, chissà, di riprovarci con lo stesso Khan Tengri.

“Rientrato dal Kirghizstan, ho salito alcune montagne di oltre 4.000 metri sulle nostre Alpi Occidentali. Di certo non mi abbatto – dichiara – . Sicuramente ripartirò per una nuova avventura, cerco e spero di trovare un compagno italiano o straniero, questo non ha importanza, con le mie stesse ambizioni, per provare a salire una montagna di oltre 7000 o 8000 metri durante la stagione invernale. Un nuovo sogno e come dice il famoso detto…se son rose fioriranno“. Gli sponsor che si sono “legati” insieme all’alpinista lucchese per queste ennesima avventura sono Akeron, Lucar Toyota, Tfp Watch, Gelateria Eva, Officina Betti Marino Srl, Bfg, Colle delle 100 Bottiglie, McDonald’s – Lucca Capannori, Garage Daytona Srl, Sbragia Andreina Pizzeria, I Gelati di Piero, Cross Fitness La Maddalena. Una nuova poderosa parete di ghiaccio è in attesa solo di lui. Ma l’altra dote è saper attendere il momento giusto per affrontarla.

Laura Sartini