don Franco Cerri *
Sarebbe un grosso guaio se ci fermassimo al solo fatto di cronaca nera, quando invece siamo obbligati a riflettere personalmente, in famiglia, nelle istituzioni di ogni genere, quali valori stiamo portando avanti, quali relazioni uomo-donna stiamo promuovendo. Fermarsi al solo fatto di cronaca serve a ben poco. Quali valori vengono promossi oggi? Anzi molti si chiedono, forse esagerando, se esistano ancora dei valori. Certamente, uno dei valori che manca ed è ben visibile, è il rispetto per ogni persona, uomo o donna, giovane o vecchio e via dicendo. Per non dire del non rispetto per le persone con handicap, per le categorie sociali emarginate. Quante ingiustizie si compiono contro chi non sa o non può difendersi. Dovrebbero preoccupare anche i tanti episodi di bullismo tra adolescenti e tra bambini. Cose di cui si parla poco, magari solo quando avvengono. Si cominci dal rispetto in famiglia, del marito verso la moglie e viceversa, del fratello verso la sorella, dei nonni.
Si sente parlare di necessità di educare le nuove generazioni al rispetto verso la donna. Non si sente però dire quasi nulla sulla violenza, proprio contro le donne, che circola sui social, dove si vedono immagini terrificanti, che mostrano la donna ridotta a puro oggetto su cui scaricare la violenza dell’uomo. Ma è proprio normale dare in pasto al pubblico, in particolare ai giovani, certa roba, che degrada la donna? Va benissimo stigmatizzare gli uomini che aggrediscono e uccidono la donna, ma attenzione a non colpevolizzare tutti gli uomini, come se fossero per natura nemici della donna e quasi che la maggior parte si comporti in quel modo. Non ha senso ed è deleterio pensare che tutti gli uomini siano violenti. Anzi, la stragrande maggioranza degli uomini ha grande rispetto per la donna. E non si può sparare sul mucchio.
Ben vengano leggi severe per la difesa della dignità della donna, ma sarebbe cosa pessima se si partisse dall’idea che ogni uomo, ogni maschio è violento. Infine, penso che il rispetto per la donna non sia a sé stante, ma faccia parte di una educazione per la dignità di ogni persona, senza distinzione. Si cammina insieme, si collabora insieme per la costruzione di una società più umana, più giusta, in cui l’uomo e la donna, ognuno secondo le proprie capacità, sono costruttori di pace.
* rettore della chiesa di S.Giusto