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Lucca, blitz dei Nas alla piscina Iti. Corsie ridotte da 8 a 4

Disposto un aumento delle distanze tra i nuotatori. Lo sconcerto del presidente Casali: "In queste condizioni ormai sta diventando impossibile lavorare"

Il presidente del Circolo Nuoto Lucca, Pietro Casali, che gestisce la piscina dell’Iti

Lucca, 25 ottobre 2020 -  Blitz dei carabinieri del nucleo anti sofisticazioni anche alla piscina Iti di San Filippo. Palestre e piscine infatti sono nel mirino dei controlli, in questi giorni che si teme preludano a un ulteriore decreto che potrebbe segnare un nuovo drammatico lockdown di questo settore. Dopo le verifiche accurate nelle palestre lucchesi, i controlli del Nas hanno preso di mira le piscine pubbliche.  

Intanto come primo risultato è stato rivoluzionato lo spazio acqua dell’impianto sportivo all’Iti, di proprietà della Provincia, gestito dal Circolo Nuoto Lucca: qui le corsie, proprio in conseguenza delle disposizioni emerse con il sopralluogo dei Nas, sono state dimezzate, da 8 a 4, alternandone l’utilizzo, nell’ottica di guadagnare distanze fra i nuotatori.  

«Ci siamo adeguati, è logico, ma qui siamo in una vera giungla - commenta con amarezza il presidente del Circolo Nuoto Lucca, Pietro Casali -. Noi come tutti ci eravamo basati sulle disposizioni emanate dalla Fin, federazione italiana nuoto, nel maggio scorso. Qualche giorno fa invece il Governo ha deciso che quelle linee non valgono, che sono da prendere per buone quelle del comitato tecnico scientifico. Se l’obiettivo non dichiarato di tutto ciò è quello di farci chiudere, lo facciano alla svelta perché qui l’agonia è lunga e la morte certa".  

«Abbiamo fatto di tutto – aggiunge il presidente Pietro Casali – per adeguarci a linee guida che per le attività come la nostra sono pillole di veleno, dei potenti scaccia-clienti, un chiaro invito a chiudere. Ormai non sembra più di andare a far sport per rilassarsi, sembra di entrare in un riformatorio, prigionieri di regole a ogni mezzo passo".  

E ora questa novità della piscina Iti a spazio doppio nelle corsie (dimezzate). Un provvedimento che, per ora, è scattato soltanto qui, mentre i controlli dei Nas stanno procedendo negli impianti sportivi del nostro comprensorio. «In queste condizioni - commenta Pietro Casali - non si può neanche più parlare di servizio pubblico. Non lo possiamo offrire quando ci tarpano le ali, quando ci mettono nelle condizioni di respingere un quarto degli utenti dei corsi, come mi è capitato a settembre per via delle restrizioni. Un servizio pubblico è tale quando è accessibile a tutti e così non è. La realtà è che ci vogliono addossare colpe di chi non ha saputo gestire il dopo lockdown nell’estate e, soprattutto, la questione del trasporto pubblico e delle scuole. Basta mettersi fuori da una scuola negli orari di ingresso o uscita per capire, non servono nemmeno gli scienziati”.  

Laura Sartini