La notizia giunge come una bomba tra molti degli abitanti di Cerreto, piccolo paese che domina dall’alto Borgo a Mozzano. Due di loro, infatti, sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Lucca per il reato di interruzione di pubblico servizio, per quanto successo in seguito al blackout del 21 e 22 novembre scorso. In sintesi, gli abitanti di Cerreto, senza energia elettrica da circa 24h per una tempesta di vento che aveva colpiti la Valle, vedono arrivare con sollievo un mezzo con tre operai di una ditta incaricata da E-Distribuzione per occuparsi di ripristinare il servizio, ma l’intervento viene repentinamente bloccato da una telefonata di un loro superiore che segnala ai tecnici una nuova emergenza in corso.
Al momento di comunicare ai presenti l’ordine di dirigersi altrove, lasciando dunque l’intervento sospeso, arriva la forte protesta dei cittadini, con il mezzo tecnico che viene bloccato da alcuni rappresentanti del Comitato Paesano di Cerreto, ai quali si aggiungano ancora altri abitanti. Vengono chiamati i carabinieri e dopo diverse trattative il guasto viene risolto e la corrente elettrica ripristinata. Questo, però, non senza conseguenze successive alla presa di posizione dei due paesani, arrivate in queste ore con la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Lucca.
"Sulle prime siamo rimasti scossi - spiegano Pierluigi Barsanti, presidente del Comitato del Folclore e della tradizione cerretina e Cristina Benedetti, consigliere dello stesso Comitato Paesano- , ma poi abbiamo pensato che il contesto giudiziario rappresenterà la migliore occasione per chiarire chi ha sbagliato, noi o E-Distribuzione. A ripercorrere la vicenda e analizzando alcune interlocuzioni con l’azienda successive al al fatto, infatti, non è irragionevole ipotizzare che dietro il tanto impegno di un colosso dell’energia a insistere su una questione in fin dei conti bagatellare si nascondano delle necessità inconfessabili. A ben vedere, l’intervento presso Cerreto era espressione proprio di un servizio pubblico e l’averlo portato a termine rappresentava dunque un dovere". "Se è così, il tentativo del dirigente di E-Distribuzione di impedire l’intervento, benché gli operatori fossero già in paese per riparare il danno, si potrebbe configurare come un’interruzione di un servizio pubblico".