Sulla questione del superbonus 110% per l’edilizia, interviene con una nota Ance Toscana Nord. "Quando fu introdotto questo nuovo strumento - si legge - la nostra preoccupazione fu organizzare al nostro interno un sistema in grado di mettere in relazione le imprese iscritte con chi gestiva le piattaforme informatiche e questo per permettere a impresa e committente di valutare se vi fossero i requisiti per accedere al beneficio di legge". Afferma Alessandro Cafissi, presidente Ance Toscana Nord: "Da operatori del settore, siamo stati consapevoli della difficoltà del percorso e ci siamo strutturati per affrontarla; anche a costo di rinunciare a qualche intervento, e indurre il nostro committente a rivolgersi altrove; abbiamo fatto i conti con operai che mancavano, attrezzature e ponteggi irreperibili, costi dei materiali inaccessibili: l’entrata in vigore della normativa è stata la dimostrazione del progressivo sgretolamento della struttura di un comparto, quello delle costruzioni, che dall’inizio della crisi ad oggi ha perso, in Italia, oltre 143.000 imprese e più di 600.000 lavoratori".
Secondo l’associazione di categoria "il problema è invece il non aver vigilato sulla possibilità di accedere alla cessione dei crediti fiscali di tutti i bonus ordinari in un sistema senza prezzari di riferimento (contrariamente al Superbonus) e senza controlli sul credito originario; questo ha aperto le porte a 11mila 600 imprese che negli ultimi sei mesi si sono iscritte alle camere di commercio in Italia, richiamate dalla diffusa idea del facile guadagno; aggiungiamo poi l’approssimazione o la volontà fraudolenta di alcuni, e si comprende come il meccanismo si sia inceppato, e come le regole che vengono adesso tardivamente imposte, peraltro a lavori iniziati, colpiscano soprattutto chi ha operato seriamente, minando la fiducia dei privati e degli istituti di credito".
Gli fa eco il vicepresidente Ance a Lucca Oliviero Del Debbio: "Il danno commesso da chi ha malamente sfruttato la legittima aspirazione di godere di benefici enunciati - commenta - è enorme: queste sedicenti imprese, nate sull’onda dell’incauta formula propagandistica “restaura a costo zero”, hanno drenato attrezzature e materie prime anche su cantieri diversi; se aggiungiamo l’esplosione dei costi dei materiali e dei prodotti energetici, l’ottimismo che abbiamo espresso in altre circostanze rischia di spegnersi insieme ai nostri cantieri; il sistema dei bonus non va demonizzato, ma accompagnato da un meccanismo di cessione dei crediti trasparente, da ripristinare immediatamente con i dovuti accorgimenti".
Netto, infine, l’altro vicepresidente per la zona di Pistoia Giacomo Salvi: "Consentire a imprese senza storia né dipendenti e senza attrezzature di lavorare sulle nostre case è una follia che denunciamo da tempo: come per i lavori pubblici esiste un certificato di attestazione, che le imprese ottengono e mantengono in base ai lavori svolti nella singola categoria ed importo, altrettanto deve esistere nell’edilizia privata".
Mau. Gu.