TERESA SCARCELLA
Cronaca

Botte alla moglie fino a farle tentare il suicidio

L’ha picchiata più volte e allontanata dagli amici, fino al punto di umiliarla e farle desiderare di morire. Quarantenne è stato condannato a 4 anni e mezzo per maltrattamenti nei confronti della compagna

Nuovi casi di violenza contro le donne

Nuovi casi di violenza contro le donne

Lucca, 15 giugno 2023 – La picchiava con forza. La umiliava. Forte del fatto che lei non riuscisse a lasciarlo. Condananto dal giudice Matteo Marini un uomo, 43enne, a 4 anni e 6 mesi, pena sospesa, per maltrattamenti nei confronti della moglie (ormai ex) oggi di 36 anni, perpetrati nel 2016.

Non verrà fatto il nome dell’imputato, come accade solitamente quando si scrive di sentenze e condanne, solo per un motivo, che è quello di voler tutelare la parte offesa. La vittima di una storia estremamente delicata e difficile da raccontare, che è purtroppo simile alla storia di molte altre donne, ma che per fortuna ha un lieto fine.

La picchiava , dicevamo. È successo in più occasioni durante quell’anno, non solo nella loro casa in Lucchesia, ma anche dall’altra parte del mondo, dove ad un certo punto della loro vita coniugale hanno deciso di andare a vivere. Ma la violenza non era solo fisica, non aveva solo effetti visibili sul corpo. Il marito metteva in dubbio la fedeltà della moglie e, utilizzando la gelosia come giustificazione, aveva fatto terra bruciata intorno a lei.

Erano sempre loro due e gli unici amici che lei poteva frequentare erano quelli da lui approvati. Nonostante tutto questo, lei amava quell’uomo, che evidentemente non provava lo stesso sentimento per lei. Lo amava anche se le faceva del male e pensava, anzi sperava, di poterlo cambiare con il suo amore e il suo perdono. E invece lui non cambiava. Era sempre il solito violento che abbandonava la via della sana discussione verbale e finiva per metterle le mani addosso. E così lei, un giorno, ha deciso di farla finita, e non con la relazione ma con la sua vita. Non pensando di poter avere un’altra via di uscita, ha tentato il suicidio.

“Desideravo di morire“ è purtroppo una frase che accomuna tante donne vittime di violenza che, intrappolate nella ragnatela tessuta su misura dal loro carnefice, non vedono la luce in fondo al tunnel e si perdono in quel buio. Lei quel desiderio ha provato ad esaudirlo per due volte. E per due volte è stata salvata.

Nemmeno quel gesto estremo ha placato l’accanimento dell’allora marito che, durante uno dei ricoveri le ha riservato parole di odio. “Non sei riuscita nemmeno ad ammazzarti“ le aveva scritto. A salvarla da quella voragine è stato l’intervento delle forze di polizia. All’ennesimo episodio di violenza domestica è scattato il codice rosso e la denuncia è arrivata di conseguenza. Oggi, a distanza di anni, si è ricostruita una nuova vita, lontano da quel rapporto malato. Ma il passato raccapricciante è emerso durante il processo e dalla testimonianza, rilasciata non senza difficoltà, da parte della stessa vittima, assistita dalle avvocatesse Francesca Detoffol e Fabiana Pieroni. La difesa dell’uomo ha provato a far leva sui dubbi di un possibile tradimento e sulla fotografia di un rapporto violento da entrambe le parti. Ma per il giudice, che ha deciso di condannarlo, è evidente che quelle reazioni non hanno trovato giustificazione.