Una storia a metà strada tra una telenovela, il cui titolo più banale potrebbe essere "Fratelli coltelli", e uno sketch su "Scherzi a Parte"; una storia che rischia però di rimanere indigesta per il primo partito a livello comunale, provinciale e nazionale. E’ quella che vede protagonisti il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Riccardo Giannoni e uno dei suoi vice, nonché sindaco di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini. Praticamente il numero uno e il numero due in provincia di Lucca del partito di Giorgia Meloni, che da queste parti non si è mai fatto mancare le divisioni interne. Tra i due – espressioni da componenti diverse del partito in lotta dura per quanto molto spesso sotterranea – non è mai scattata la scintilla, ma nei mesi scorsi, durante una riunione del direttivo provinciale imperniato sul tesseramento la situazione sarebbe definitivamente precipitata. Secondo Giannoni, che ha presentato un esposto ai probiviri del partito senza però denunciare il fatto alle forze dell’ordine, Giannini lo avrebbe aggredito strattonandolo e colpendolo al petto al punto da procurargli dolore e il ricorso al Pronto soccorso dove un primo referto medico gli avrebbe riservato 15 giorni di prognosi, ridotti poi a cinque, per un trauma alla spalla, da uno specialista che lo avrebbe visitato nei giorni successivi.
Sull’episodio che circola da mesi, senza però avere conferme, ma che nelle stanze della politica continuava a rimbalzare con voci più o meno incontrollate, si è aggiunta una sostanziale novità nei giorni scorsi: Giannini, che è un maresciallo della Finanza in servizio, ha presentato querela per diffamazione in una stazione dei Carabinieri contro Giannoni, smentendo la ricostruzione fatta da Giannoni ai probiviri del partito, che sull’episodio non si sarebbero ancora espressi.
Secondo il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, si sarebbe trattato solo di alcune pacche sulle spalle, peraltro in presenza di testimoni. Le carte bollate, a quel punto, sono state servite sul tavolo. Con quello che ne consegue anche in termini di immagine del principale partito italiano. I due, contattati da La Nazione, non rispondono: il cellulare di Giannoni squilla a vuoto, quello di Giannini è addirittura staccato.
Fabrizio Vincenti