Lucca, 1 maggio 2016 - Il clamoroso caso di malasanità avvenuto all’ospedale «San Luca» fa piombare Lucca in un incubo. L’asportazione di un rene sano al posto di quello malato arriva purtroppo dopo mesi e mesi di polemiche sulle carenze denunciate da medici, personale e sindacati sul nuovo modello di intensità di cura. Magari non c’entra nulla con ciò che è accaduto, ma è del tutto evidente che c’è una fragilità del sistema salute, troppe volte sottovalutato dalle direzioni Asl, perennemente impegnate a dipingere una situazione idilliaca o a bollare come strumentali gli allarmi che vengono sollevati.
Se c’è una lezione che devono trarre i vertici, è proprio quella di non minimizzare: poche ore dopo che la notizia ha cominciato a circolare, c’è stato infatti il tentativo di smentire e ridimensionare, salvo poi dover ammettere che era proprio tutto vero. Ad angosciare noi lucchesi, nel day after di una brutta pagina che ha fatto il giro dei media nazionali, è anche il fatto che di questi casi di malasanità siamo abituati a sentirne sì parlare, però in relazione a ospedali del Sud Italia o cliniche da terzo mondo: sapere che anche nell’ospedale sotto casa può avvenire un fatto così grave, ci rende insicuri. E’ pure sbagliato, tuttavia, fare di ogni erba un fascio: perché non va dimenticato che al San Luca ci sono chirurghi e operatori sanitari di eccellenza: non è giusto francamente che vengano raggiunti dagli schizzi di fango se non c’entrano nulla.
Ecco perché ai vertici dell’Asl chiediamo di essere inflessibili nello stabilire le responsabilità. Chi ha sbagliato, deve pagare. E possibilmente, quando la bufera è passata, la speranza è che ci venga risparmiato di rivedere chi sarà ritenuto colpevole, continuare a svolgere il proprio compito come se nulla fosse. Infine, l’appello ancora più importante a chi governa la sanità: attenzione ai tagli indiscriminati, ai turni massacranti di lavoro, alla formazione dei nuovi addetti. Siamo torturati dalle tasse, e ci meritiamo di essere sicuri quando entriamo in una sala operatoria, senza dover pagare le colpe di altri.