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Caffè delle Mura, il grande intrigo Il giudice punta l’indice sulla gestione

La sentenza sul fallimento della Grb srl ricostruisce tutti i passaggi che hanno portato all’attuale situazione. Il provvedimento è un atto di accusa verso la famiglia Barsotti che aveva ottenuto la gestione del locale

E’ un duro, per certi versi durissimo, atto di accusa sulla gestione del Caffé delle Mura, quello contenuto nella sentenza emessa nel giugno 2020 dal giudice Gioacchino Trovato nella quale si dichiara inefficace la cessione dell’attività relativa al Caffè delle Mura tra due società della famiglia Barsotti intervenuta nel 2014 e che continua a segnare le sorti dello storico locale.

Al tribunale di Lucca si era rivolta la curatela di una delle società – la Caffè delle Mura Srl poi trasformatasi in GRB Srl e fallita nel 2014, che nei due anni precedenti aveva avuto la gestione dell’attività – e che intendeva farsi riconoscere la nullità di una serie di atti compiuti intorno allo storico caffè, che è chiuso da oltre un anno. La Grb srl aveva visto passare la gestione del locale dalle sue mani a quelle di un’altra società, la Ristorante Antico Caffè delle Mura Srl, dopo averla ricevuta dalle mani della Barsotti Costruzioni Srl, che anni addietro si era aggiudicata dal Comune di Lucca la gestione trentennale della storica attività, con l’impegno di effettuare una serie di importanti lavori di restauro.

Grb srl, Ristorante Caffè delle Mura, così come la Barsotti Costruzioni srl, le tre società coinvolte hanno in comune di appartenere alla famiglia di costruttori Barsotti. Secondo quanto riportato nella sentenza 555 del 2020, il giudice ha potuto appurare che il primo passaggio dell’attività nel 2012 (da Barsotti Costruzioni srl a Grb srl) avvenne di fatto, su base orale, mai regolarizzato e dunque nullo. Nel 2014, GRB perse l’attività a favore di un’altra società.

Secondo il giudice quel passaggio, così come ipotizzato dalla curatela, avvenne per spostare l’attività da una società asfissiata dai debiti (la Grb già Caffé delle Mura srl) a una costruita ex-novo, ovvero la Ristorante Antico Caffé delle Mura Srl. Per il giudice, si consumò una vera e propria distrazione degli elementi più qualificanti di una azienda, vale a dire dei locali di esercizio e dell’autorizzazione all’esercizio: "Non è poi seriamente contestabile che questo subentro obbedì a fini distrattivi, vale a dire alla logica di sostituire una nuova società alla precedente, senza il peso dei debiti di quella sostituita, che difatti andò incontro al fallimento".

E ancora: "Il fine fraudolento emerge con evidenza allorché si consideri che la cessione avvenne senza il ricorso a atti formali (che avrebbero comportato il trascinamento dei debiti ex art. 2560, secondo comma, cod. civ.). Inoltre, l’assenza di un corrispettivo trova causa e giustificazione proprio nella comunanza di interessi tra cedente e cessionaria".

Il giudice, infatti, ricorda come tutti i soggetti processuali coinvolti sono riconducibili alla famiglia Barsotti, sia come persone fisiche che come società. "L’anomalia delle vicende – sottolinea – risiede, però, nel fatto che tre società che si sono mosse nello scenario (Barsotti Costruzioni, Caffè delle Mura, Ristorante Antico Caffè delle Mura) sono soggetti distinti solo formalmente, ma sostanzialmente riconducibili, sul piano della convergenza degli interessi, alla famiglia Barsotti". E a sostegno della tesi sottolinea che se la Grb fosse stato un soggetto distinto, avrebbe preteso la regolamentazione del rapporto e non avrebbe accettato di cedere locali e esercizio commerciale gratuitamente. "Tutto questo non è avvenuto – scrive il giudice – e non è difficile individuarne la ragione: la srl Caffè delle Mura era solo formalmente un soggetto giuridico diverso dalla srl Barsotti Costruzioni: di fatto era figlia di quest’ultima società, nonché sorella della srl Ristorante Antico Caffè delle Mura, nata dalle sue ceneri e proiettata al recupero degli investimenti sostenuti dalla madre per la ristrutturazione dell’immobile, senza il fardello dei cospicui debiti accumulati dalla sorella, abbandonata al destino fallimentare".

Secondo il giudice, la stessa sentenza che ha assolto i soggetti dal reato di bancarotta nel 2017, va considerata un errore perché il gup non ha considerato "che l’esercizio della ristorazione era indissolubilmente connesso con al fruizione dei locali e senza attribuire decisiva importanza alle sostanziale cointeressenze tra le società e gli attori che quelle società gestivano". Contro la sentenza, la parte soccombente ha fatto appello eccependo che l’unico soggetto titolare dello sfruttamento economico dei locali era la società Barsotti Costruzioni Srl (aggiudicatrice della gara comunale) e che questa aveva passato con pieno diritto l’attività a Ristorante Antico Caffè delle Mura Srl. Se ne riparlerà, salvo un accordo transattivo, il prossimo anno.

Nel frattempo, la struttura continua a restare chiusa e per i lucchesi è uno struggimento, accentuato dai tanti ricordi che il Caffè delle Mura genera in città.

Fabrizio Vincenti