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Caldo, lavoratori a rischio “Servono più controlli”

Sichei e Viviani (Filca Cisl): ”Con temperature alte è possibile ricorrere alla cassa integrazione, ma poche imprese che utilizzano questa precauzione“.

Caldo, lavoratori a rischio “Servono più controlli”

”È preoccupante la situazione che si registra nei cantieri edili e nei capannoni industriali sprovvisti di aria condizionata, l’ondata di caldo che sta attraversando l’Italia, mette a grave rischio i lavoratori, come sindacato, siamo a fianco di quei lavoratori che si trovano a lavorare in condizioni di alto rischio per la loro salute“.

Lo denunciano Lorenzo Sichei, Responsabile Filca Cisl Lucca - Massa Carrara, e Stefano Viviani operatore Filca Cisl. I due sindacalisti ricordano come: ”Quando la temperatura è intorno ai 35 gradi è possibile ricorrere alla cassa integrazione, dobbiamo registrare però che sono poche le imprese che utilizzano questa precauzione. Il rischio del cosiddetto colpo di calore, deve essere considerato dalle imprese già nei dvr (documento valutazioni rischi) il problema è che quando andiamo nei cantieri, è difficile trovare certe precauzioni: acqua fresca potabile a disposizione dei lavoratori, aree ombreggiate, sali minerali, c’è anche la necessità di fermarsi per circa quindici minuti ogni ora di lavoro”.

“Occorre – proseguono i due – in questi casi molta responsabilità da parte di chi fa impresa, in quanto ha il dovere di tutelare, nelle varie fasi di lavoro, la salute e sicurezza dei propri dipendenti. Allora ci domandiamo come mai, in fase preventiva non si prende in considerazione tale rischio? Ci facciamo trovare impreparati, ma ormai lo sappiamo, è già da qualche anno che nel periodo estivo si ripresentano tali problematiche. Pensiamo quindi che sia utile, oltre a mettere in atto tutte le precauzioni già dette, prendere in seria considerazione una rivisitazione dell’orario di lavoro per tali periodi. È possibile rimodulare l’orario di lavoro iniziando a lavorare la mattina presto e finire a mezza giornata infatti, il periodo più pericoloso è il pomeriggio, dopo avere assunto il pranzo, quando l’afa si fa ancora più pesante e la stanchezza dei lavoratori incombe”.

In conclusione Sichei e Viviani ”sollecitano maggiori controlli da parte dei servizi ispettivi, soprattutto nei cantieri dove il rischio colpo di calore, è veramente alto per coloro che lavorano sui tetti o nelle strade“.