Caminetti e stufe, polemica sulle nuove regole. “Penalizzano i cittadini”

La protesta della Lega contro la normativa voluta dalla giunta toscana. Il caso della Piana Lucchese, Baldini: “Non è credibile che così si risolvano i problemi di inquinamento”

Camini e stufe a legna di vecchia generazione vietati in Emilia Romagna

Camini e stufe a legna di vecchia generazione vietati in Emilia Romagna

Lucca, 7 ottobre 2023 – Cambiano le regole riguardo l’accatastamento di caminetti e stufe ed è subito polemica. “La normativa che la Giunta toscana, per volontà dell'assessore Monia Monni, ha fortemente voluto per regolare camini e stufe è entrata in vigore e, come avevamo detto a più riprese penalizzerà pesantemente i cittadini, ed in particolare le famiglie più deboli –  dice il consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini –  È davvero credibile che il problema dell'inquinamento dell'aria nei territori della Piana Lucchese debba dipendere principalmente dalle emissioni di camini e caldaie a pellet a biomasse? A nostro avviso non è credibile se solo si pensa all'inquinamento che è determinato dal traffico che, a causa del ritardo infrastrutturale della Toscana, insiste su quell'area interessata peraltro da numerosissime attività”.

"La Giunta Giani vuol fare, quindi, cassa sulle spalle della gente semplice –  aggiunge in una nota Baldini –  per nascondere i continui rinvii delle opere che sono necessarie per migliorare la viabilità, sempre in ritardo e procrastinate da decenni”.

Poi il consigliere ricorda che “solo pochi mesi fa bruciò una cartiera a Porcari (Lucca), andò in fumo per ore materiale che avrebbe dovuto far 'impazzire’ la centralina di rilevazione e invece, come segnalato sul posto, niente di niente, nemmeno un'oscillazione”.

Per l'esponente leghista "fra gli stessi sindaci, che hanno parlato nel corso delle audizioni in commissione, più di uno sollevò dubbi sulla reale incidenza dei camini in merito alla loro portata di inquinamento se paragonata ai fattori concomitanti. Spesso, come fu detto ripetutamente, gli sforamenti si verificarono in periodi invernali, dove le temperature erano peraltro alte e quindi le stufe ed i camini spenti”.

“Insomma –  conclude –  a dover essere rivisti sono proprio i presupposti, gli studi, sui quali si è fondata questa disastrosa Legge regionale che oggi colpisce pesantemente le tasche dei cittadini, perché non riteniamo davvero credibile che i maggiori responsabili delle gravi forme di inquinamento atmosferico siano camini, stufe, caldaie a pellet a biomassa e che le famiglie debbano essere gabbate in questo modo".