Pagati un euro l’ora per lavorare in condizioni durissime nei campi da mattina a sera, da aprile a settembre 2020, per raccogliere ortaggi di vario genere in violazione delle norme di sicurezza e impiegando maestranze non in regola. E’ quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, guidati dal comandante Domenico Mastrobuoni, insieme ai colleghi della stazione di Altopascio che hanno denunciato moglie (di origine albanese) e marito, entrambi di 45 anni, residenti ad Altopascio, responsabili, in concorso tra loro, nell’ambito dell’attività di impresa, di gravi condotte ai danni di lavoratori stranieri. In una parola, l’accusa è di caporalato.
Tutto è partito da un semplice diverbio in un esercizio pubblico di Altopascio. Un normalissimo intervento eseguito dai militari del luogo, chiamati per intervenire, a dicembre, per questa lite, causata da una richiesta di chiarimenti tra le parti: da un lato la società di proprietà della donna, con sede legale a Capannori, dall’altro gli stranieri che rivendicavano maggiori diritti e un salario idoneo. L’appuntamento era stato fissato con uno degli addetti che reclamava alcune spettanze economiche.
L’intervento delle forze dell’ordine per quella che era sembrata una focosa quanto normale divergenza di opinioni, ha consentito di aprire le indagini e svolgere verifiche ulteriori sull’attività gestita dai coniugi. La meticolosa perizia investigativa degli inquirenti ha permesso di scoperchiare uno scenario imprevisto: approfittando dello stato di necessità di alcune persone che avevano accettato quelle mansioni, i due non esitavano ad imporre condizioni al limite: anche per 10 ore al giorno nei campi con temperature elevate per un euro all’ora, con l’allettante promessa, mai mantenuta, di stipulare un regolare contratto che avrebbe permesso agli stranieri di regolarizzarsi sul territorio nazionale italiano. I carabinieri hanno potuto contare sulla testimonianza di tre nigeriani, di 33, 30 e 27 anni. Gli stessi che sarebbero stati sfruttati per il lavoro. Al vaglio,ora, ci sono le posizioni di altri lavoratori.
I reati contestati sono quelli dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento dei lavoratori, alcuni impiegati senza il permesso di soggiorno. Ma dai successivi accertamenti, sono emerse anche irregolarità amministrative legate in particolare alla mancanza di garanzie sotto il profilo della sicurezza, per la mancanza della valutazione di rischi. Oltre alle conseguenze penali, è scattata anche una multa da 28mila euro per violazioni amministrative ed è stata interessata anche l’Inps per il recupero di circa 16mila euro di contributi inevasi.
Massimo Stefanini