Lucca, 7 gennaio 2019 - "Una protesta tanto stupida quanto ingiustificata è stata commessa oggi da un detenuto straniero e ristretto nella Casa Circondariale di Lucca". Così il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che torna a lanciare l’allarme sulla recrudescenza di eventi critici e violenti nelle carceri del Paese.
A raccontare l'accaduto è Donato Capece, segretario generale del Sappe: "E’ successo che oggi verso le 14.30, nella terza Sezione detentiva del carcere, un detenuto marocchino ha aggredito con dei pugni 2 agenti di Polizia Penitenziaria e poi ha lanciato verso di essi un carrello che serve a trasportare il vitto: l’uomo è stato immediatamente bloccato dal personale presente e da quello accorso in aiuto. Verso le 15, sempre lo stesso, ha incendiato il materasso provocando un incendio. Il personale di Polizia Penitenziaria ha evacuato i detenuti della III Sezione in sicurezza presso i passeggi. Ben 5 poliziotti sono stati inviati al pronto soccorso di Lucca dal medico del carcere per inalazione fumi e accertamenti da aggressione. Quanto accaduto a Lucca è inaccettabile ed evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto".
"Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Capece, che esprime vicinanza ed apprezzamento per i poliziotti penitenziari di Lucca e rivolge l’ennesimo appello al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Le carceri sono tornate ad essere incandescenti. Per questo sollecito nuovamente il Ministro della Giustizia Bonafede a convocare un incontro sul tema delle carceri che, con il crescente sovraffollamento e l’elevato numero di eventi critici, stanno tornando incandescenti", sottolinea. “Bonafede ha cambiato i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione penitenziaria, legittimamente, ma è opportuno che incontri quanto prima chi rappresenta le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, che lavorano quotidianamente con grande stress e disagio nelle sovraffollate carceri italiane caratterizzate da costante violenza contro gli agenti. Vorremmo che ci ascoltasse, che sentisse l’opinione di chi in galera ci lavora tutti i giorni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, anche alla luce di alcune decisioni del Capo Dipartimento Francesco Basentini che non ci piacciono, non sono trasparenti, non sono utilim necessarie ed efficaci. Magari potremmo dare il nostro contributo per risolvere le costanti criticità di un sistema carcerario che ha bisogno urgente di interventi, anche a tutela di chi lavora in prima linea come i poliziotti”.