Lucca, 16 dicembre 2016 - Sarà il gup Riccardo Nerucci a valutare la richiesta di «messa alla prova» formulata dalla difesa, nell’udienza preliminare odierna che vede il comandante della Polizia municipale di Lucca, Stefano Carmignani, imputato di peculato d’uso e falso per l’utilizzo dell’auto-civetta fuori dall’orario di servizio e per motivi extra lavoro. Un caso unico per un comandante dei vigili urbani. Gli avvocati difensori Enrico Marzaduri e Gioia Crippa hanno presentato la richiesta in base all’articolo 168 bis del codice penale. La «messa alla prova» è una misura sostitutiva che in pratica sospenderebbe il procedimento penale dando la possibilità al comandante dei vigili di estinguere il reato contestato, dedicandosi per un determinato periodo ad attività di volontariato o di pubblica utilità a Rosignano Marittimo, dove risiede. Il tutto dopo aver risarcito l’amministrazione comunale di Lucca per il presunto danno arrecato con la sua condotta. Per molti è un’implicita ammissione di colpevolezza, ma per Carmignani è soprattutto un tentativo di chiudere la vicenda giudiziaria senza i clamori mediatici di un processo, ottenendo alla fine anche l’estinzione del reato, determinante anche per mantenere il proprio ruolo di comandante. Ma non è tutto. Proprio in questi giorni, infatti, il gip ha fatto notificare cinque avvisi di proroga delle indagini preliminari ad altrettanti indagati per un’altra vicenda che coinvolge lo stesso Carmignani. Il comandante risulta infatti indagato insieme al capo di gabinetto del Comune Luca Galli e ad altri tre dipendenti comunali per una vicenda di presunto mobbing ai danni di quattro agenti della Polizia municipale, che era stata stralciata a suo tempo dal filone dell’auto-civetta. Ad accusarli è un esposto pervenuto già da alcuni mesi in Procura, nel quale quattro vigili urbani in servizio da molti anni lamentano una presunta attività di mobbing nei loro confronti da parte del comandante e del Comune, denunciando demansionamento, vessazioni, assegnazione a servizi che non terrebbero conto della professionalità e una gestione «punitiva» dei turni di riposo e di servizio. La Procura intende approfondire le indagini e ha chiesto la proroga al gip, che a sua volta ha «avvisato» i cinque indagati, come semplice atto dovuto. Il filone potrebbe riservare ulteriori sorprese, oppure essere più avanti archiviato.
CronacaVigili urbani, cinque indagati per mobbing