REDAZIONE LUCCA

Carmignani vede positivo “Aumenta il fascino della bottiglia e cresce il consumo dei bianchi“

Lo storico produttore di Montecarlo fa il punto sul vino della Lucchesia alla vigilia del Vinitaly "C’è l’esigenza di recepire gli stimoli dai mercati, ma per chi produce bene e fa qualità i risultati ci sono".

Carmignani vede positivo “Aumenta il fascino della bottiglia e cresce il consumo dei bianchi“

In vista del Vinitaly come si stanno attrezzando le aziende lucchesi e della Piana?

"Come sempre nel modo migliore perché l’appuntamento di Verona non è soltanto una vetrina, aspetto che ha una sua importanza, ma per noi vignaioli è come per un calciatore giocare la Champion’s League, per fa un esempio. Saremo disseminati per gli stand e cercheremo di veicolare quello che poi è risultato del nostro lavoro, con una marea di sacrifici. Abbiamo imprese familiari che sono legate all’enologia per trarre il proprio reddito, dietro al fatturato c’è molto altro, l’impegno, la dedizione che sono figli della passione. Perché senza questa è meglio fare altro. Però un messaggio lo dobbiamo dare: non andiamo al Vinitaly per un mero ritorno economico che certamente dovrà comparire, ma non solo immediato. In quell’ambiente si va per incontrare addetti ai lavori, i nuovi manager che ti potranno far esplorare mercati emergenti. Si deve seminare per raccogliere".

Il vino di Montecarlo e delle colline lucchesi che stato di salute ha in questo momento?

"Dal punto di vista finanziario ottimo, dopo il Covid la situazione è migliorata, c’è l’esigenza di recepire stimoli dai mercati prima sconosciute, ma la tendenza è universale, se produci bene e se fai qualità, il risultato arriva sempre".

Sembra che sia diminuito il consumo in bottiglia, a favore del prodotto sfuso, è vero?

"Assolutamente no. I dati di cui siamo in possesso, affermano il contrario. Addirittura è in aumento il fascino della bottiglia per chi non è un grande appassionato, perché diventa oggetto da regalare, da esporre, da far vedere. Inoltre al Vinitaly non c’è vino sfuso, un suo significato tutto ciò lo avrà, No? Piuttosto sapete, a livello di numeri, quale nuova tendenza è esplosa?".

Prego...

"E’ semplice, il rosso, che un tempo aveva il monopolio quasi assoluto e il bianco diventava quasi di nicchia, è sceso nei consumi al 52%, il bianco è salito al 36%, il rimanente 12% è una fetta che si è ritagliata il rosato, sempre più richiesto. Un segmento di mercato in espansione e a cui dobbiamo prestare attenzione. Il vino-spumante è adesso molto in auge".

Invece i cambiamenti climatici quanto incidono?

"Bella domanda, la scienza ci conferma che la temperatura del pianeta è salita di oltre un grado e se qualcuno (Veronelli, ndr) sosteneva che la vite e l’uva rappresentano la fusione tra cielo e terra, allora è chiaro che dipende dalla natura, dal Padreterno, parametri che però non possiamo controllare, anche in ere super tecnologiche come quella che stiamo vivendo. Possiamo agire sui parassiti, cercare di combattere l’arrivo, come nel 2023, di patologie, se non ci sono malattie è già molto, ma il nubifragio di giugno o i 50 gradi di luglio, eventi non prevedibili, possono influire senza dubbio, in primis sulla quantità".

Massimo Stefanini