FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

Caso-Raspini, indagini chiuse. Maggioranza a giudizio

Il pm Corucci chiede il rinvio sul reato di diffamazione per le accuse del centrodestra sulle consulenze al notaio negli anni in cui il figlio era assessore .

Francesco Raspini, ex assessore e capogruppo Pd

Francesco Raspini, ex assessore e capogruppo Pd

Quando la politica finisce dentro le aule di un tribunale non c’è mai da esserne contenti. Eppure, a Lucca sembra essere diventata quasi una consuetudine. E questa volta ‘alla sbarra‘ – per così dire – non ci finisce un singolo esponente di partito; bensì tutti i capigruppo della maggioranza: Lido Fava (FdI), Armando Pasquinelli (Lega), Alessandro Di Vito (Forza Italia), Lorenzo Del Barga (Difendere Lucca), Stefano Pierini (Lucca 2032) ed Elvio Cecchini (Lista Civile).

Ai loro avvocati difensori, Lodovica Giorgi e Mara Nicodemo, ieri pomeriggio il pm Enrico Corucci ha notificato via pec la chiusura delle indagini per il reato di diffamazione a seguito dalla querela presentata dal capo di gabinetto dell’amministrazione provinciale, Francesco Raspini, e da suo padre, il notaio Gaetano, per la polemica sugli incarichi assegnati dall’amministrazione e/o da società partecipate al notaio negli anni in cui il figlio era assessore.

La polemica, aspra e dai toni accesi sugli incarichi, come si ricorderà, era divampata la scorsa estate dopo una serie di botta e risposta tra maggioranza e opposizione. Il giorno fatidico è il 10 luglio quando i capigruppo di maggioranza con un comunicato accusato: ”L’80 per cento dei compensi per atti notarili (dalle società partecipate del Comune, ndr) sono stati versati allo studio del padre di Francesco Raspini o a notaio a lui associato”.

Una frase che non va per niente giù all’allora capogruppo del Pd e al padre. I quali decidono di passare alle vie legali seguendo due strade, quella civile del risarcimento danno e quella penale con la querela per diffamazione. Nel primo caso c’è stata una duplice richiesta di risarcimento in sede civile nei confronti del consigliere comunale Lorenzo Del Barga, in quanto titolare della caselle di posta elettronica da cui era stato inviato il documento a firma dei capigruppo di maggioranza. Sul fronte penale, invece, i Raspini avevano formalizzato la querela a tutti i capigruppo.

Adesso, dopo gli accertamenti di rito e la presentazione di una corposa memoria difensiva, il pm Corucci ha deciso di mandare tutti di fronte al giudice; il quale potrà fissare l’udienza oppure decidere di archiviare il procedimento.

F.M.