Cavalli e carrozze a ruote ferme: "Aiutateci"

L’appello di Marika e Pietro: "Tante spese, nessun incasso da troppi mesi. E’ angosciante". E arriva il sostegno della Cna

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Con i turisti sono scomparse dal centro storico anche le carrozze di Pietro Osenga e Marika Iavarone. Messe forzosamente in garage dal Covid. In realtà potrebbero lavorare in zona arancione: ma con chi? “Non posso certo rischiare che per 30 euro di incasso magari ne prendo 400 di multa, con le regole che cambiano ogni momento – dice Marika –. Ci siamo fermati, ma il ’contatore’ non lo fa. I magri ristori arrivati tra dicembre e gennaio sono andati via pagando Inps e Inail. E poi un cavallo non è una macchina che si spegne: ogni mese spendo 180 euro per fieno e mangime più 100 euro per il maniscalco per i due cavalli più i vaccini. Per me non compro più niente da un anno. A Lucca c’è anche questa strana situazione che abbiamo la licenza del Comune, sì, ma non le scuderie che ce le dobbiamo procurare da soli. Il Comune potrebbe far molto, anche attivare convenzioni per portare i lucchesi dai parcheggi al centro, ad esempio“. “Lucca è una città dove ancora i turisti capitano per caso – dice Pietro Osenga– . Qui ci transitano spesso dopo aver visitato Firenze e Pisa, magari dietro consiglio di amici”. E questo già limitava il bacino di utenza per chi si dedica al servizio turistico con veicoli a trazione animale. La pandemia ha fatto il resto.

“Da quando hanno chiuso nuovamente tutto – spiega – era inutile venire in città con i cavalli. In più, dopo i primi due mesi, non ho potuto accedere nemmeno ai ristori previsti. Prima perché non c’era il codice della mia attività nell’elenco dei beneficiari poi, visto che dovevo pensare prima alla famiglia e ai cavalli, perché non ero in pari con i pagamenti dovuti di tasse. Solo adesso si spera approvino l’idea di verificare le effettive perdite di ogni attività e contribuiscano di conseguenza”. Insieme ai turisti sono sparite anche le cerimonie, per cui Hermi e Cindy, i due cavalli, rimangono ancora in mezzo agli olivi ad annoiarsi.

In più c’è una situazione paradossale. “Sono tre anni che il Governo tenta di emanare delle normative per renderci fuori legge – spiega Osenga – senza peraltro arrivare ad una conclusione. Questi tentativi, però, fomentano molte persone che arrivano anche ad inveire dietro la carrozza. Una situazione decisamente spiacevole che rende tutto ancora più difficile. La nostra invece sarebbe una di quelle attività da promuovere in vista di una società più green e attenta ad una mobilità dolce. In fondo, i centri storici come quello di Lucca erano predisposti proprio per il passaggio dei cavalli”. “La Cna è sempre presente quando si tratta di sostenere le attività artigianali e dare voce alle piccole realtà del territorio - dice Andrea Giannecchini, presidente provinciale dell’associazione - ed in particolar modo quelle che, come questa, appartengono alla nostra tradizione culturale”.