
Troppi infortuni e inconvenienti per chi si improvvisa cercatore di funghi. Basti pensare che quasi metà degli interventi del Soccorso alpino (Sast) sono proprio per soccorrere loro. Lo ricordano Alessandro Lanciani e Davide Barsetti responsabile della stazione di Lucca. Riguardo alle persone soccorse circa il 40% è risultato ferito e a volte anche deceduto, mentre il resto sono persone rimaste illese, ma impossibilitate a risalire da un precipizio. Il 2019 è stato un anno nero. Tra l’altro, il venerdì, spesso c’è anche un lavoro suppletivo per le squadre di soccorso, dato che in Emilia Romagna è vietato cercare funghi in questa giornata e gli appassionati di porcini si riversano nel versante meridionale dell’Appennino.
Tra gli emiliani, che conoscono meno il territorio, ci sono già stati due decessi negli ultimi tempi per cadute accidentali. Sempre in tema di insidie e pericoli nel settore dei funghi, come ha ricordato il dottor Francesco Verdigi, micologo dell’Asl Toscana nord-ovest, in un anno sul territorio di competenza si sono registrate ben 34 intossicazioni, molte delle quali per un eccesso nel consumo dei funghi. Tutto questo è emerso durante la presentazione del volume ‘Andar per funghi in Garfagnana… in sicurezza’ della Banca dell’Identità e della Memoria dell’Unione Comuni Garfagnana che illustra nei dettagli le nome di sicurezza per i raccoglitori e per chi va per i boschi, insieme alle varietà micologiche e la loro commestibilità. Hanno collaborato alla stesura l’Aster Natura Toscana e il Sast stazione di Lucca. Erano presenti il segretario dell’Unione Comuni Francesco Pinagli, la coordinatrice Patrizia Pieroni e gli autori Angela Cecchini, Roberto Narducci presidente di Aster Natura Toscana (Ant) e Francesco Verdigi, micologo dell’Asl, oltre agli operatori Sast.
Dino Magistrelli