REDAZIONE LUCCA

Cipollini nega tutto in aula: "Nessuna violenza"

L’ex campione di ciclismo ascoltato come imputato nel processo per stalking e lesioni all’ex moglie: "Non ho mai alzato un dito"

Completo blu scuro, voce calma, camicia bianca e capelli corti scolpiti dalla riga. Si è presentato così, nel giorno del suo 54° compleanno, Mario Cipollini, ex campione di ciclismo, ieri in aula di fronte al giudice monocratico Felicia Barbieri, dove è stato ascoltato come imputato nel processo a suo carico per maltrattamenti e lesioni verso l’ex moglie Sabrina Landucci e minacce al nuovo compagno della donna, Silvio Giusti, ex calciatore di Lucchese, Chievo e Siena.

Il Re Leone ha risposto alle domande del pm, dei legali della parte civile, Susanna Campione e Letizia Lavoratti e a quelle dei suoi legali Giuseppe Napoleone e Massimo Martini. Cipollini ha negato tutte le accuse: le scenate di gelosia all’ex moglie, le minacce al telefono, le botte. Come quelle denunciate dalla donna che il 6 gennaio 2017 sostiene di essere stata afferrata per il collo dall’ex campione alla palestra Ego, poco dopo che i due si erano incontrati. Cipollini ha negato anche l’episodio forse più grave emerso durante una deposizione choc della Landucci: l’averla tenuta con una pistola puntata alla tempia per tre ore al culmine di una scenata. Le domande sono state, per Cipollini, un modo per ripercorrere le tappe della sua delicata storia con la donna e fornire la sua versione. Fin dall’alba del loro fidanzamento.

"Il nostro primo appuntamento - ha spiegato - fu il 25 aprile 1988 in piazza della Colonna Mozza, tornavo da un torneo di ciclismo dove ero arrivato secondo. Nei primi anni fu un fidanzamento molto bello e piacevole". I due poi si sposeranno nel 1993 e andranno a vivere nel Principato di Monaco. Poi il divorzio nel 2005, anno dopo il quale Cipollini ieri ha ammesso di aver avuto "alcune relazioni importanti".

"Nel 2002 - ha detto in aula - avevo passato i 36 anni e mi trovavo a dover affrontare il Campionato del Mondo: era molto difficile essere competitivi. Fu un anno di grandi sacrifici. Mi ero reso conto che in questo mio percorso di avvicinamento al Mondiale, la presenza di mia moglie non era dettata dai sentimenti che provavo per lei. Prima della partenza del Giro d’Italia le dissi che la nostra relazione non era più sorretta dall’affetto e le chiesi come potevamo fare per il bene delle bambine". Il 13 ottobre di quell’anno Cipollini vinse il Campionato del Mondo.

"Ero fuori casa per lavoro dai 250 ai 270 giorni l’anno: non esisteva vita sociale e matrimoniale. Contavo perfino le gocce d’olio da mettere sull’insalata". Quando il pm ha domandato all’ex campione se fosse geloso della Landucci, lui ha risposto: "No. Come potevo esserlo? Non potevo dire a mia moglie cosa fare o come vestirsi, non ero mai a casa. Lei viveva a Montecarlo, un giorno mi raccontò che Marco Van Basten le si era avvicinata e le aveva dato il suo biglietto da visita". Cipollini ha negato di aver mai imposto restrizioni sul vestiario dell’ex moglie. "Quei vestiti succinti e molto belli glieli compravo io stesso". Poi ha aggiunto: "Non l’ho mai minacciata o insultata: viveva nel centro di Montecarlo, in uno dei palazzi più prestigiosi del Principato e poteva fare ciò che voleva". Rispedito al mittente anche l’episodio che sarebbe avvenuto vicino alla casa di Saltocchio dove, in base alla deposizione dell’ex moglie, l’uomo l’avrebbe inseguita con l’auto, tagliandole la strada. "Non è mai accaduto: quella strada è talmente stretta che non è possibile sorpassare". Cipollini ha ammesso la sua disapprovazione al fatto che le figlie vedessero il nuovo compagno della Landucci, ma di non aver mai ostacolato a lei quella relazione. Le discussioni con la moglie avrebbero riguardato solo gli incontri di Cipollini con le figlie.

Proprio questo argomento sarebbe alla base dell’episodio del 6 gennaio 2017 alla palestra Ego che spinse lei a denunciarlo. Ma la versione dell’ex campione è diversa: "Ero alla cassa a pagare una bottiglia d’acqua e Sabrina mi viene incontro. Era l’ennesimo Capodanno che avevo passato senza vedere le figlie. Le dissi se potevamo rimediare. Lei rispose “E’ ciò che ti meriti“ e si girò per andare via". E lì che Cipollini ha ammesso di averla presa per il polso. "Vero, ho sbagliato". Ma nega di averla afferrata al collo e sbattuta al muro. Uscito dall’aula si è detto "liberato di un peso e sereno nel’aver fornito la mia versione". Agli atti è stato depositato dalla parte civile una telefonata che il Re Leone avrebbe avuto con la figlia a novembre 2018: sarà ascoltata in aula di fronte proprio alla figlia chiamata come teste nell’udienza del 14 luglio. La difesa ha chiesto che vengano ascoltati otto testimoni.

Claudio Capanni