
Balneari contro la Bolkestein durante una vecchia manifestazione
Lido di Camaiore (Lucca), 17 febbraio 2022 - “Il riordino delle concessioni balneari? Per noi è una mazzata. Speriamo tutti in una proroga dello stato attuale, anche perchè la revisione del sistema demaniale ha bisogno di parecchi anni. E poi, che almeno ci venga dato il tempo di ammortizzare gli investimenti”. Non nasconde la sua amarezza e la sua preoccupazione Marco Daddio, presidente dell’associazione balneari di Lido di Camaiore.
“Adesso diventiamo delle aziende ‘aggredibili’ da chiunque e si fa sempre più concreto il rischio che sulle nostre coste arrivino grandi gruppi industriali dall’estero. “Il problema principale? È che la Bolkestein non tiene per nulla in considerazione la tipicità degli stabilimenti italiani. E poi manca del tutto la reciprocità. Io, concessionario italiano, non posso mica partecipare ad una gara in Spagna o in Francia…”. Il rischio concreto? Daddio non ha alcun dubbio: “Nei prossimi due anni ogni investimento sui bagni verrà bloccato. Non si sa ad oggi quale sarà il nostro futuro…. Non sappiamo come verranno effettuate le gare ed in che modo saranno garantiti gli investimenti ai concessionari uscenti. Speriamo che il dialogo tra i sindacati e le forze politiche dia qualche buon risultato. Altrimenti, per noi sarà davvero brutta”.
Solo a Lido di Camaiore ci sono circa 1500 impiegati nei 100 stabilimenti presenti. E 200 bagnini coprono 2,4 chilometri di costa, assicurandone la sua sicurezza da mattina a sera. “Abbiamo servizi di vigilanza professionali e, tanto per dirne una, defibrillatori in ogni bagno - rimarca Daddio -. Tutti questi aspetti legati alla sicurezza vanno considerati. Se un bagno x va all’asta, ne arriva uno y. Non arrivano le spiagge libere! E se giungono sulle nostre coste concessionari per un tempo più breve, è chiaro che tante tipologie di servizio andranno a scomparire, come la pulizia invernale delle spiagge, che è a nostro carico”.
Che estate attende i clienti dei bagni? “Noi saremo sempre col sorriso, com’è giusto che sia - risponde Daddio -. Ma il cliente dovrà iniziare a metabolizzare il fatto che potrebbe cambiare qualcosa di storico, che fa parte del dna delle nostre coste. Potrebbe sparire quel patrimonio di piccole imprese che da sempre offrono quell’atmosfera così familiare ai nostri stabilimenti”. Il rischio omologazione potrebbe essere dietro l’angolo.