
Due condanne e un’assoluzione. La Corte d’Appello di Firenze ha deciso così ieri sul caso di Alessandro Favilla, il bambino lucchese di 10 anni morto il 25 ottobre 2012 per una crisi respiratoria in casa davanti ai genitori. I giudici della terza sezione della d’Appello hanno infatti assolto il pediatra di famiglia Giuseppe Fontana, mentre hanno condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione la dottoressa Elisabetta Spadoni e il dottor Graziano Vierucci, medici dell’ospedale di Lucca, concedendo loro le attenuanti generiche. Pena sospesa per entrambi. La procuratrice generale Luciana Piras in udienza aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado, mentre i difensori dei tre pediatri avevano chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati.
Il nodo cruciale della vicenda processuale ruota attorno al mancato ricovero del bimbo che da giorni manifestava problemi respiratori e che i genitori avevano portato da vari medici. Secondo i tre super periti nominati dalla Corte d’Appello, in aggiunta a quelli di parte, il ricovero di Alessandro non era urgente, ma vi furono comunque negligenze da parte dei medici che non agirono in tempo con i dovuti approfondimenti clinici. Per quanto riguarda il pediatra di famiglia, il dottor Fontana, questi è l’unico che aveva ammesso in aula di aver riscontrato un respiro anomalo nel bambino e di aver ipotizzato la stenosi tracheale che fu effettivamente causa della morte, avvenuta il giorno successivo. Per i giudici, non si evidenzia una condotta negligente da parte del pediatra Fontana, che è stato quindi assolto per non aver commesso il fatto.
"Siamo soddisfatti solo per due terzi...", commentano Alessia ed Emanuele Favilla, i genitori del bimbo, al termine dell’udienza, assistiti dai legali Enrico Marzaduri e Adele Boris. "E’ una sentenza che troviamo piuttosto contraddittoria e contiamo di procedere in Cassazione non appena conosciute le motivazioni... Nostro figlio poteva essere salvato, questo ci sembra chiaro ormai, e perciò andremo avanti".
"Vogliamo ringraziare in particolar modo la nostra avvocatessa Adele Boris – sottolineano poi i genitori in un post sulla pagina Facebook dedicata al figlio – per l’ottimo lavoro che da 8 anni a questa parte ha svolto insieme al prof Marzaduri. Senza di loro non saremmo arrivati fino a qua. E un grazie di cuore alla procuratrice generale Piras per la passione con cui si è dedicata a questa causa. Sono convinta che qualcuno da lassù l’abbia messa sulla nostra strada, così come è stato a suo tempo per il pm Ingangi e il giudice Billet. Tutti magistrati eccezionali e non è scontato ai tempi d’oggi. E infine grazie a tutti voi per l’affetto che da anni ci dedicate con tutto il cuore".
Paolo Pacini