Ieri pomeriggio Consiglio comunale aperto sul tema del conflitto israelo-palestinese. Subito polemico Luca Fidia Pardini, co-portavoce Europa Verde - Verdi Lucca: "Ho esposto una bandiera della Pace, ma appena iniziato il Consiglio, il Presidente mi ha chiesto di rimuovere la bandiera. È evidente che l’esposizione di bandiere non è consentita in Consiglio Comunale, ma pensavo che la bandiera della Pace, nell’ambito di un consiglio sulla Pace, potesse costituire un’eccezione. A quanto pare non è così, quindi ho rimosso la bandiera e me ne sono andato".
E il clima politico non è stato sereno. “La richiesta di un Consiglio comunale straordinario volto a discutere del conflitto israelo – palestinese e della necessità di promuovere una cultura della pace, inoltrata dalla minoranza, non ci pare opportuna. Parliamo di una questione internazionale di una complessità estrema, che si trascina da decenni. Pensare di impiegare il tempo del Consiglio comunale per dibatterne e offrire soluzioni utili è quantomeno velleitario e riduttivo”.
Lo hanno detto i Capigruppo di maggioranza Cecchini, Pierini, Di Vito, Fagnani, Del Barga e Fava, con un intervento congiunto letto da quest’ultimo, a margine della prima fase del Consiglio convocato per ieri sera. Subito dopo, prima della presentazione dell’Odg, la maggioranza ha lasciato i suoi banchi e ha rinunciato al gettone di presenza.
“È chiaro ed evidente – proseguono i capigruppo – che siamo tutti unanimemente concordi sulla pressante necessità di un cessate il fuoco in quelle zone così martoriate, così come riteniamo che la promozione di una cultura della pace non abbia necessità di una mozione specifica, essendo un elemento intrinseco e necessario ad ogni forma di convivenza civile”.
“Oltre a questo, tuttavia, non riscontriamo la necessità di effettuare un Consiglio straordinario dedicato a queste tematiche, che esulano dalla competenza territoriale dell’emiciclo, e il cui allestimento rappresenta un costo per la comunità. Non è con interventi spot che ci si fa portatori di messaggi di pace e richieste di soluzioni al Governo. Questo non significa, dunque, alzare le spalle di fronte ad una questione di rilevanza assoluta per il futuro della geopolitica internazionale, ma semplicemente riconoscere che non è questa la modalità congrua per trattare l’argomento”.