L’occasione è la “Giornata internazionale del Darwin Day” che si è celebrata ieri. Da qui, il presidente del Consorzio di bonifica Toscana Nord, Dino Sodini, prende spunto da ciò che lo scienziato inglese studiò, cambiando l’approccio con la vita.
"Bisogna decidere da che parte stare – afferma Sodini con la sua riflessione – perché da ciò che faremo a tutti i livelli, partendo dal nostro territorio, dipende il futuro di ciascuno; non possiamo mettere in pericolo le biodiversità – prosegue il presidente – ma occorre invece imboccare strade alternative a quello seguite fino a oggi".
Sodini parla di un cambio di strategia rispetto al futuro: "Siamo obbligati a cambiare, adattandoci, evolvendoci appunto, ma come comunità, il che sottintende una rivoluzione culturale e sociale che parte da ciascuno di noi, per proteggere gli ecosistemi, insieme agli effetti benefici che hanno sulla natura e sulla qualità stessa della nostra vita".
Il Consorzio, mette a disposizione il suo ruolo affinché il contributo per l’ambiente e la sua tutela, non smetta di esistere. Prosegue Sodini: "Da diversi anni il Consorzio è impegnato in questa direzione con azioni specifiche per la tutela della biodiversità nei corsi d’acqua, nell’ambito della missione principale che resta la riduzione del rischio idraulico; ciò è possibile grazie alla collaborazione tecnica e scientifica di biologi, elaborando per i corsi d’acqua, piani di manutenzione gentile, precisa, rispettosa degli ecosistemi fluviali e degli habitat naturali attraverso interventi mirati che mantengono fasce di vegetazione ripariale lungo l’alveo".
Il Consorzio, inoltre, fa sapere di avere avviato "un progetto di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa intitolato ‘Argini fioriti - Wildflowers’ che si pone l’ambizioso obiettivo di sfruttare le infinite possibilità della natura per rinforzare gli argini, ridurre il rischio idraulico, tutelare la biodiversità e abbattere i costi di manutenzione".
È grazie alla vegetazione lungo argini e sponde, conclude Sodini, "che si garantisce una migliore tenuta del terreno, proteggendolo dall’erosione, e riducendo il rischio idrogeologico e idraulico oltre a tutelare la preziosa biodiversità che arricchisce i corsi d’acqua".
Ed ecco che la lezione di Darwin, a distanza di 150 anni, si materializza nell’urgenza di non veder soccombere il pianeta che ci ospita per nostra mano.
Maurizio Guccione