Coppie gay e diritti dei figli. La Consulta ha fissato l’udienza sul caso sollevato dal Tribunale

Il presidente Gerardo Boragine aveva chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla vicenda della registrazione del secondogenito di due donne, nato da procreazione assistita all’estero.

Coppie gay e diritti dei figli. La Consulta ha fissato l’udienza sul caso sollevato dal Tribunale

Una manifestazione di protesta contro l’impugnazione dei certificati di nascita di figli di coppie omogenitoriali

Sarà la Corte Costituzionale nella seduta dell’11 dicembre prossimo ad esprimersi sulla questione di costituzionalità per il pieno riconoscimento dei figli in una coppia omogenitoriale, sollevata nei mesi scorsi dal tribunale di Lucca. La vicenda ha per protagonista una coppia omosessuale della Versilia, due donne il cui figlio secondogenito, nato dopo un percorso di procreazione medicalmente assisitita svolto all’estero, era stato registrato dal comune di Camaiore.

La Procura di Lucca aveva impugnato l’atto di registrazione, chiedendone la cancellazione in relazione al riconoscimento della madre “intenzionale“ (oltre a quella biologica) e chiamando in causa il Tribunale. Il collegio, con il presidente Gerardo Boragine, aveva inviato gli atti alla Corte Costituzionale, affinché questa valutasse la legittimità costituzionale degli articoli 8 e 9 della Legge 40 del 2004, e dell’articolo 250 del Codice civile.

In sostanza un intervento per chiarire se la legge non presenti lacune normative che si prestano a disparità interpretative da parte dei Comuni. I sindaci, si fa notare, “hanno adottato, nel silenzio del legislatore, soluzioni distinte per casi speculari”; “in alcuni casi hanno rifiutato l’iscrizione anagrafica anche della madre intenzionale nell’atto di nascita”, “in altri hanno ritenuto legittima l’iscrizione”. Dunque “esiti non uniformi, che danno conto di un’evoluzione del tessuto sociale a cui, nella perdurante inerzia legislativa, non è stata data compiuta risposta”.

Il Tribunale di Lucca chiede quindi alla Consulta di vagliare “la compatibilità costituzionale” della norma, laddove “attribuisce alla madre e al padre di riconoscere il figlio, nella misura in cui impediscono al nato con procreazione medicalmente assistita l’attribuzione dello status di figlio”, cioè se la condizione di genitore possa valere anche per la “’madre intenzionale’ che, insieme alla madre biologica, abbia prestato il consenso alla pratica di fecondazione”. Oppure se “le norme impongano la cancellazione dall’atto di nascita del riconoscimento compiuto dalla madre intenzionale“.

La Consulta ha anche accolto i contributi depositati per scritto da quattro associazioni legittimate a intervenire come portatori di interessi specifici sulla delicata tematica di questi diritti. Si tratta di tre approfondimenti a favore del riconoscimento anche della “madre intenzionale“ (Associazione Luca Coscioni; Rete Lenford per i mdiritti LGBTI; Associazione Passione Civile con Valerio Onida) e di uno contrario (Centro Studi Rosario Livatino).

Insomma una situazione alquanto caotica che il Tribunale di Lucca ha il merito di aver sollevato a livello nazionale per ottenere finalmente una risposta chiara e univoca, a tutela dei diritti delle famiglie e sopratutto dei bambini.

P.Pac.