CRISTIANO
Cronaca

Creiamo il “muro del coraggio“

Don Cerri affronta la questione della violenza contro le donne, sottolineando che non tutti gli uomini sono nemici delle donne. Un'iniziativa per le donne: installare un "Muro del Coraggio" con i volti delle donne uccise, per ispirare coraggio alle vittime di violenza.

Creiamo il “muro del coraggio“

Creiamo il “muro del coraggio“

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Alcuni giorni fa don Cerri, proprio dalle colonne de La Nazione, ha affrontato la questione della violenza contro le donne. Specificando un concetto: è vero, basilare e scontato quanto vogliamo, ma non per questo meno veritiero. Don Cerri insomma, tanto per andare al sodo, ha chiarito che non bisogna guardare gli uomini tutti allo stesso modo, perché gli uomini non sono tutti nemici delle donne. Ci sono moltissimi di loro che, al contrario, ne hanno profondo rispetto. Da qui la domanda che da qualche giorno appunto mi frulla per la testa: ma se fosse proprio da un uomo – uno più, uno meno – che partisse un’iniziativa per le donne? Non mi fraintendete. Il lavoro che fanno le varie associazioni sparse sul territorio nazionale è encomiabile. E giusto è sentir parlare di educare al rispetto in famiglia (cosa peraltro che dovremmo dare per scontata, ma che, ahimè, evidentemente non lo è affatto – sic!). Ma se proprio gli uomini facessero rete e fossero partecipi di questa che ormai a tutti gli effetti è una battaglia sociale e soprattutto culturale? Allora mi son detto, proprio da un uomo potrebbe partire una proposta. Perché dunque non installare in ogni città italiana un pannello che d’ora in poi ribattezzeremo come “muro”, con i volti delle donne uccise dalla mano di un uomo violento, ma anche con i volti di tutti coloro che hanno subìto violenza? Un volto corredato di nome e cognome, data di nascita e data di morte. E su questo “muro” che potremmo intitolare “del coraggio” (e ora spiegherò il perché) apporre infine il numero di telefono da contattare per chi ha bisogno di aiuto o di un semplice consiglio. Tale pannello, naturalmente non dislocato in una traversa periferica delle città, ma in un luogo molto frequentato, permetterebbe a chi vi transita davanti di ricevere un messaggio. E la donna maltrattata e vittima di violenza che teme di denunciare il proprio compagno, passando una, due, tre volte, cento volte davanti a tale pannello, forse un giorno troverà il coraggio appunto di fare quella telefonata per chiedere aiuto. Per questo vogliamo chiamarlo il “Muro del Coraggio”: perché i volti di quelle povere donne tragicamente uccise dovranno essere i volti che istilleranno il coraggio nelle vittime di violenza che vorranno liberarsi dalla prigione in cui sono costrette a vivere.