Lucca, 4 novembre 2024 – Tutto esaurito ieri al Teatro del Giglio di Lucca per la registrazione di Tintoria, uno dei podcast più seguiti e amati in Italia condotto dai comici Daniele Tinti e Stefano Rapone che, in questi giorni di Lucca Comics, ha promosso anche il suo libro “Storie scritte da donne nude”. E dopo aver intervistato attori, cantanti e persone celebri dello spettacolo, a Lucca – durante i Comics – Tinti e Rapone non potevano che chiamare sul loro palco la regina dei cartoni animati: Cristina D’Avena.
La cantante di sigle più amata d’Italia si è raccontata al pubblico partendo dalla storia del suo debutto allo Zecchino d’oro quando – a soli tre anni – si esibì con la celebre “Il valzer del moscerino”.
“La prima sigla che mi ha fatto conoscere e che mi ha reso famosa è stata sicuramente quella dei Puffi – racconta - Disco d’oro, 500mila copie. Le persone mi fermavamo per strada chiedendomi “per favore, me la canti?”. E’ da lì che iniziai a capire che stavo facendo davvero qualcosa di importante. Per tanti anni sono stata soltanto una voce, nessuno sapeva chi fossi. Quando mi hanno resa nota è stato bello ma anche difficile: per mantenere una certa immagine mi fecero tagliare i capelli, per anni sono stata costretta anche a nascondere le mie curve. Odiavo quel taglio di capelli, non ero io, nelle mie prime apparizioni ero tristissima. Solo dopo tanti anni ho potuto essere veramente me stessa, senza essere esagerata e volgare, ma potendo permettermi di essere anche un po’ sexy”.
Una vita sicuramente carica di emozioni e di successi: non scordiamo, infatti, che la voce di Cristina D’Avena viene ascoltata dal 1982 e trasmessa in televisione almeno una volta al giorno.
“Un record bello e inaspettato - ha detto - Nonostante la fama ho sempre cercato di essere Cristina, più che Cristina D’Avena. E questo mi ha salvata: ho sempre tenuto i piedi ben saldi per terra e soprattutto di instaurare con il mio pubblico un rapporto molto amichevole. Non sono mai stata una grande star, ma un’amica. E questo il pubblico lo ha sempre capito dandomi tanto amore. È stato bello anche recitare – ha detto - Mi è dispiaciuto interrompere questa mia esperienza da attrice, mi divertivo. Pazienza, è andata così”.
“Sono sempre stata me stessa anche con i paparazzi – ha detto – sono una persona tranquilla, quindi non hanno mai fotografato chissà che. Una volta, anni fa, stavo prendendo il sole davanti alla mia casa al mare. A un certo punto sentii un forte lamento: era un fotografo che, sperando di vedermi nuda, si era appostato sopra il ramo di un albero che però si spezzò e lo fece cadere. Alla fine siamo diventati amici, e ovviamente non ottenne la foto che voleva”.
D’Avena ha parlato anche del suo rapporto con Giorgio Vanni, altro grande cantante di sigle italiano. “Non c’è nessuna rivalità tra me e lui, siamo cresciuti insieme – ha detto – prima che iniziasse a cantare anche lui scriveva i testi delle mie canzoni. Ci incontriamo poco, ma ogni volta, soprattutto al Lucca Comics, è bellissimo”.
Durante la chiacchierata la cantante ha rivelato di essere una persona molto scaramantica: “Quando vado a cena con altre persone, e con i Gem Boy capita sempre, se siamo in tredici mi crea molto disagio. Stacco sempre i tavoli”. “Le mie sigle mi piacciono tutte, ma Licia è la mia vita. Sono stata anche la prima cosplayer... La seconda, che tutti – ovunque - mi chiedono sempre di cantare, è Occhi di gatto. Se ai concerti non canto quella la gente si agita. Anche quando sono stata invitata a Sanremo in sala stampa è stato un delirio, volevano tutti che la cantassi. Ho fatto tanti duetti, ma il mio sogno è quello di cantare con Renato Zero e Gianni Morandi!”.