"Se lo tieni chiuso, non lavori di sicuro": siamo nella piena bufera dell’ultima guerra conclusasi con una drammatica sconfitta per l’Italia. L’anno è il 1943, Lucca e soprattutto i dintorni sono meta di sfollati dalle province limitrofe. Il mese è quello di agosto, siamo a pochi giorni dall’annuncio di un tragico armistizio che dividerà in due l’Italia e la insanguinerà ulteriormente per quasi due anni. All’inizio di via San Paolino, dal 1931, c’è un chiosco di giornali che è già un pezzetto di storia della città. Dal 1870 sino all’inizio degli anni Trenta è stato nell’angolo di piazza San Michele che si affaccia sotto Palazzo Pretorio. Da allora, è stato spostato di pochi metri nella storica via da cui si può continuare a vedere la meravigliosa facciata di quella che è forse la più bella chiesa della città.
Il chiosco è della famiglia Brancoli che, però, causa la guerra, lo ha momentaneamente chiuso. A sollecitarne la riapertura, proponendosi per la gestione, è Renato Paconcini. Originario di Livorno, è uno dei tanti sfollati dalle nostre parti, tutto sommato risparmiate, a differenza proprio della città labronica e della vicina Pisa, dai bombardamenti anglo-americani. Nasce in quella drammatica estate la storia della famiglia Paconcini e del chiosco di giornali che ancora oggi tutti i lucchesi conoscono e che è unico, nel suo genere, per la città. Da allora, si sono rese necessarie due ristrutturazioni come pure due passaggi di mano. Prima da Renato alla figlia Mara, che dal 1977 è stata affiancata dal figlio Alberto Gallacci, per tutti None, che ha poi iniziato a condurre, in prima persona l’attività insieme alla moglie Sonia, dal 2000.
Tre generazioni, ottanta anni di storia per un esercizio simbolo della città. Tutto, o quasi, nel frattempo è cambiato, come conferma None. "E’ cambiato praticamente tutto – spiega – e per rimanere al passo dei tempi le edicole devono cavalcare le onde. C’è stato il momento dei dvd allegati alle riviste, ora è il turno dei libri in allegato. Senza considerare che Lucca è sempre più una città turistica, e di questo dobbiamo tenere di conto, come del fatto che i lucchesi sono sempre meno e peraltro sempre più anziani".
Da quell’edicola sono passati almeno una volta praticamente tutti, compresi alcuni volti famosi come Eros Pagni e Diego Abatantuono. Quello che è rimasto uguale è la sua vocazione a punto di incontro. "I clienti – aggiunge None – vengono anche per chiacchierare e per ritrovarsi, per me è un piacere a distanza ormai di tanti anni continuare a servirli e incontrarli ogni giorno".
Fabrizio Vincenti