GIULIA PRETE
Cronaca

Dalla fisica al primo ponte radio 70 anni fa l’addio a Vecchiacchi

L’intervista per ricordare l’illustre garfagnino che contribuì all’evoluzione delle telecomunicazioni. CLASSE II D SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO - CASTELNUOVO DI GARFAGNANA.

Francesco Vecchiacchi con le scarpe di due colori, sullo sfondo il monte Cimone

Francesco Vecchiacchi con le scarpe di due colori, sullo sfondo il monte Cimone

L’8 dicembre scorso l’Associazione Radioamatori Italiana ha ricordato il Vecchiacchi Memorial Day, 60ma edizione a San Pellegrino in Alpe, luogo così vicino a quel Monte Cimone punto del primo ponte radio pluricanale. L’evento ci ha incuriositi e, ricordando che presso l’Isi Garfagnana i laboratori tecnico professionali sono intitolati a lui e che spesso viene ricordato anche dal Circolo Fotocine Garfagnana come autore di significative fotografie riguardanti il nostro territorio, abbiamo deciso di raccogliere informazioni incontrando una sua parente, Alessandra Frascaroli.

Qual è la sua parentela con il professor Francesco Vecchiacchi? "Era cugino di mio padre. Non l’ho conosciuto di persona, ma ho saputo molto di lui dai frequenti racconti di sua sorella Rita, di cui sono stata ospite negli anni Settanta quando studiavo a Lucca, dove lei abitava durante l’inverno. Mi mostrava le foto delle gite di famiglia e i suoi occhi si accendevano di una luce particolare. La vita di “Cecco” non si era fermata il 20 novembre 1955, giorno della morte, ma continuava nei ricordi di Rita. Ne descriveva il carattere umile e riservato e, forse proprio per questo, pur avendo inventato cose che utilizziamo nella vita di tutti i giorni, non è molto conosciuto. Dedito più alla sperimentazione e alla ricerca di laboratorio piuttosto che alle pubbliche relazioni".

Quali erano le sue passioni, i suoi passatempi? "Vivacissimo di ingegno e fervido di idee, sapeva essere amico generoso, leale, cordiale. Fin da piccolo aveva mostrato interesse per lo studio e la conoscenza. Le sue passioni erano la montagna e la fotografia. Quando in estate rientrava in Garfagnana, terra che non ha mai abbandonato, organizzava escursioni da cui tornava con sorprendenti reportage fotografici, che conservo scrupolosamente. Lui stesso aveva incollato accuratamente le foto su cartoncino nero. Molte sono testimonianza del passaggio del secondo conflitto mondiale in Garfagnana. Basti pensare che le foto riguardanti i bombardamenti su Castelnuovo, già esposte presso la sede comunale, sono sue".

Ci racconti qualche curiosità su Vecchiacchi. "In famiglia ho sempre sentito ricordare un episodio che può essere emblematico del carattere. Una mattina si recò al Politecnico di Milano, dove insegnava, con una scarpa diversa dall’altra, una nera e una marrone. Tornato a casa si mostrò contrariato con la donna di servizio, ma la scelta delle scarpe era stata soltanto sua. Anche quando pranzava, continuava a leggere libri, riviste, assorto nei suoi pensieri, preso dalle sue cose, tanto che al termine del pasto non ricordava neppure ciò che aveva mangiato".