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Dalla Valle alla Corea del Sud. Marta, scout al Jamboree: "Un’esperienza unica"

La giovane ha partecipato al raduno quadriennale del mondo scoutistico "Quando ho presentato richiesta non credevo che mi avrebbero scelta" .

Dalla Valle alla Corea del Sud. Marta, scout al Jamboree: "Un’esperienza unica"

Sicuramente ancora per tanti anni i 50 mila ragazzi partecipanti al Jamboree 2023, svoltosi in Corea del Sud, il noto raduno internazionale quadriennale dei giovani scout di tutto il mondo, conserveranno nella loro mente le esperienze vissute durante quei dodici giorni. Tra quei giovani scout c’era anche una ragazza castelnuovese, l’unica della Valle del Serchio, Marta Ferranti, 15 anni, da sempre legata al gruppo Scout Garfagnana1–Agesci, da 40 anni attivo a Castelnuovo, con papà Matteo e mamma Monica Santinelli, che oggi rivestono la carica di capigruppo, e la sorella maggiore Viola.

"Un’esperienza - commenta Marta- che ricorderò per tutta la vita e che non pensavo di poter fare, quando presentai la domanda, dato che provenivo da un piccolo gruppo come quello di Garfagnana 1, mentre le richieste erano tantissime. Ci hanno preparato molto bene a questa esperienza, prospettandoci le varie difficoltà che ci aspettavano e in più abbiamo vissuto l’arrivo di un tifone che ci ha costretto a trasferirci in una zona più sicura. Prima della partenza ho effettuato due campi base, il primo a "La Spianessa " a Pistoia e l’altro alla base scout "Spettine" a Piacenza e poi il lungo viaggio di 32 ore verso Seul, compreso lo scalo effettuato ad Abu Dhabi". "Mi piace sottolineare – continua Marta - l’apertura al mondo che ho vissuto al Jamboree e la conoscenza che ho potuto fare delle diverse culture, tradizioni e religioni con cui sono stata a contatto. Con i ragazzi buddisti ho condiviso, ad esempio, un momento di spiritualità per così dire ecumenica. Ricordo la mattina che ci fecero allontanare dal campo a causa dell’arrivo del tifone. Un ragazzo di Taiwan aveva un attacco di panico e io, parlando in inglese, sono riuscita a tranquillizzarlo un po’. Mi ha spiegato che il motivo della paura non era tanto l’arrivo del tifone, quanto il timore che, morendo, la sua anima non avrebbe più potuto trovare la via di casa. Era un problema di fede".

"Tra le curiosità- conclude la ragazza castelnuovese- sicuramente ricorderò il grande successo della cucina italiana a cominciare dalla pasta al pesto al pane e Nutella. Ogni gruppo nazionale era solito scambiarsi i propri piatti tipici e la cucina italiana, se ci fosse stata una classifica, avrebbe vinto alla grande. Ricordo ancora la soddisfazione con cui i nostri vicini di tenda, dai norvegesi ai nepalesi, ai coreani, ai ragazzi provenienti dai vari Stati delle isole Antille, gustavano i piatti italiani. Mi piace, infine rimarcare, come noi giovani provenienti da tutto il mondo fossimo uguali e nello stesso tempo diversi. Ognuno con le proprie tradizioni, la lingua, il colore della pelle, ma tutti uniti dal sorriso, dalla gioia dello stare insieme e da un’anima comune a tutti".

Dino Magistrelli