REDAZIONE LUCCA

”Dare Voce al Popolo della Pace a Lucca: Una Strategia Alternativa per l'Europa”

I coordinatori della Scuola per la Pace della provincia di Lucca esaminano la crisi dell'Unione Europea, correlata alla crisi del modello politico ed economico occidentale, e propongono una riflessione sulla necessità di ridefinire le forme di politiche del pacifismo.

”Dare voce al popolo della pace”

I coordinatori della Scuola per la Pace della provincia di Lucca – Antonio Chiaravalloti, Andrea Menchetti, Leana Quilici e Daniele Silvestri – chiedono di ”dare voce al popolo della pace di fronte all’escalation bellica. Nel 2003 – spiegano – allo scoppio della guerra in Iraq il movimento pacifista occupò le piazze di tutto il mondo in modo tanto forte da meritare la definizione giornalistica di superpotenza mondiale. Preceduto nel 2001 dal Forum di Porto Alègre, a sua volta spinto dal Popolo di Seattle (1999), il movimento seppe organizzare una critica radicale della globalizzazione e una potente strategia alternativa di ampiezza mondiale. Seppero collaborare intellettuali, movimenti sociali, sindacati, minoranze di ogni genere e tipo su una piattaforma intergenerazionale, transnazionale e interculturale. Il movimento seppe condizionare i governi nazionali“.

I coordinatori riflettono poi: ”La guerra tra Russia e Ucraina ha definitivamente spaccato il movimento, già indebolito dalla pervasività delle forme decise dal mercato 4.0, nonché dalla destrutturazione sociale provocata dalla pandemia. Nel contempo è divenuto sempre più evidente che il nodo di tutti i conflitti (sociali, energetici, climatici) e dei loro effetti - che Porto Alègre denunciava già vent’anni fa - si è spostato in Europa. Bisogna riconoscere che la crisi dell’Unione Europea corrisponde alla crisi del modello politico ed economico occidentale: è la crisi dell’Occidente, la crisi della civiltà dei diritti. Ne consegue che è necessario rivedere le forme attraverso le quali si ridefiniscono il bisogno e la possibilità di politiche del pacifismo per rafforzare l’Europa e la civiltà dei diritti“.