Decolla il protocollo “8 Marzo“ . Contro la violenza di genere più sensibilità e misure concrete

Alla “chiamata“ dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Confindustria e Provincia hanno già aderito otto poli industriali “Le aziende pronte ad attivare percorsi lavorativi diversi da quello in cui si è consumato l’abuso“.

Decolla il protocollo “8 Marzo“ . Contro la violenza di genere più sensibilità e misure concrete

Alla “chiamata“ dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Confindustria e Provincia hanno già aderito otto poli industriali “Le aziende pronte ad attivare percorsi lavorativi diversi da quello in cui si è consumato l’abuso“.

A aderire al progetto, da subito, sono state importanti aziende come Cromology, Essity Italy, Essity PLD Italy, Gruppo Sofidel, Kedrion, Lucart, Servizi Ospedalieri, Sogesi e Wepa. Non si ferma il percorso congiunto e trasversale tra sindacati che l’8 marzo scorso hanno firmato il “protocollo a sostegno delle vittime della violenza di genere sui luoghi di lavoro”, sottoscritto anche da Confindustria Toscana Nord, dalla Consigliera per le pari opportunità della Provincia di Lucca oltre che dalle categorie sindacali Filctem CGIL della provincia di Lucca, Femca CISL Toscananord, Uiltec UIL Toscananord.

“Un testo innovativo ed efficace che, oltre ad adottare numerose misure per la prevenzione delle violenze attraverso formazione, informazione e non solo, ne introduce anche alcune per tutelare concretamente le vittime di questo fenomeno – così le organizzazioni – . Tra queste, la più innovativa in assoluto è la possibilità di sottoscrivere accordi con aziende disponibili, nei limiti delle proprie possibilità e ambiti di competenza, ad attivare percorsi lavorativi alternativi a quello in cui si sia consumata violenza. Così facendo, le vittime avranno non solo la possibilità di allontanarsi da un impiego legato a un’esperienza traumatica, ma anche di poter denunciare in sicurezza l’accaduto, senza temere di perdere la propria fonte di reddito. Una novità di estrema importanza, visto che, in molti casi, quando la violenza si consuma nel luogo di lavoro, essa non viene denunciata proprio per il timore di subire ripercussioni a livello lavorativo, o addirittura di venire licenziate/i“.

Quello che a marzo appariva come un ambizioso progetto è diventato realtà. Ad oggi, infatti, la disponibilità a favorire l’inserimento di lavoratrici vittime di violenza sul posto di lavoro è già stata data sia da aziende dei settori seguiti dalle sigle sindacali, sia anche di altri comparti. Si è concretizzato anche l’auspicio formulato a marzo che nel protocollo si potessero riconoscere anche aziende di altri settori. “In questo modo – evidenziano i firmatari del protocollo –, sarà possibile rompere il ciclo di violenze e silenzi legato al timore della perdita della propria occupazione, e quindi della propria sicurezza economica. Un risultato certamente da celebrare, ottenuto anche grazie all’impegno e alla sensibilità delle aziende che da subito hanno aderito al progetto“.

Per Tiziano Pieretti, vicepresidente Confindustria Toscana Nord ”c’è da riscontrare con soddisfazione come le aziende associate siano sensibili a questo tema e disponibili, nei limiti del possibile, a farsi volontariamente carico di situazioni altrimenti di non facile gestione. Esempi c’erano già anche prima del protocollo: questo ha perfezionato e sistematizzato delle buone pratiche che auspichiamo possano estendersi ulteriormente. Quelle offerte dal protocollo sono opportunità che le vittime di violenza possono cogliere per gestire con maggior tranquillità momenti critici e di forte disagio dal punto di vista lavorativo, oltre che gravi sul piano personale. Ribadisco anche la disponibilità della nostra associazione ad affiancare e sostenere le imprese che decidano di introdurre nelle prassi aziendali quanto previsto dal protocollo”.

Soddisfazione anche per Franco Galeotti, Segretario Generale della Filctem Cgil Lucca, Giacomo Saisi, rappresentante della Uiltec Uil Toscana nord, Andrea Satti, Segretario Generale Femca Cisl Toscana Nord. “Tutto sta andando nella giusta direzione, anche attraverso gli accordi di secondo livello nelle aziende e a una sensibilizzazione al problema più diffusa e presente – dichiarano – . Ora contiamo di poter continuare a raccogliere adesioni, e auspichiamo che il protocollo possa espandersi anche ad altri segmenti industriali, alle altre categorie sindacali e anche ad altri territori.”