Era attesa ieri, ma slitta ancora la sentenza sul delitto di Ursula Turri, la donna di 49 anni uccisa in casa a Barga nel novembre 2019. Una morte violenta ancora da chiarire, etichettata frettolosamente in un primo momento come effetto di una probabile overdose, ma che poi si è rivelata un omicidio. Nessuna traccia di droga: la povera Ursula morì soffocata con un cuscino almeno 24 ore prima del ritrovamento del corpo sul suo letto.
Alla sbarra, con l’accusa di omicidio volontario, è finito da tempo Fabio Picciolo, 58enne barghigiano, amico ed ex compagno della vittima, ex impiegato del Comune di Barga. Il pm Antonio Mariotti, sulla base delle indagini di carabinieri e consulenti tecnici, ritiene che sia stato lui a uccidere la donna, che conosceva da molti anni e con la quale aveva avuto una relazione altalenante, interrotta e ripresa più volte.
Ma il gup Simone Silvestri, che lo sta processando in rito abbreviato, vuole approfondire ulteriormente alcuni elementi che ritiene decisivi. Ieri il dottor Silvestri ha nominato un esperto per una perizia più approfondita sui telefoni della vittima e dell’imputato. Un accertamento che punta a definire meglio orari di utilizzo e spostamenti, alla luce delle più moderne tecnologie. Il gup ha intanto rinviato l’udienza al 19 aprile per ascoltare una testimone chiave, un’amica di Barga che afferma che la sera del 19 novembre (due giorni prima del ritrovamento del cadavere) vide e parlò con Ursula. Altra udienza il 7 giugno per il deposito della perizia sui cellulari, quindi si dovrà stabilire un’ulteriore data per la sentenza.
Intanto a carico di Fabio Picciolo (presente ieri in aula e difeso dagli avvocati Riccardo Carloni e Francesco Marenghi) non sono stati mai chiesti o emessi provvedimenti cautelari, anche perché da tempo non sussiste più il pericolo di fuga, né quello di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio. I familiari di Ursula, tutelati come parte civile dall’avvocato Paolo Mei, sperano intanto che si arrivi a una sentenza senza ulteriori rinvii.
Paolo Pacini