Lucca, 12 settembre 2017 - «S’IMMAGINI la faccia del vice direttore della Fondazione, Franco Mungai che alla domanda su cosa mi servisse, si è sentito rispondere da me che stavolta era la Fondazione a ricevere e non a dare».
Giuseppina Micheletti, per tutti Pina, ha rotto un tabù: per una volta il principale «bancomat» della città incassa e non elargisce. Il suo palazzo di quasi mille metri quadrati in Borgo Giannotti sono da ieri patrimonio della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che porta con orgoglio nel suo stemma il Volto Santo. Proprio quel Volto Santo che è la prima immagine che si ammira nell’androne del Palazzo Micheletti, la storica residenza di famiglia. Il caso non esiste. Giuseppina Micheletti ci riceve nel suo appartamento che terrà in usufrutto ma la cui nuda proprietà è già della Fondazione.
Il volto della signora «Pina» è sorridente. L’aria di chi ha realizzato un sogno. Ci riceve in compagnia del dottor Lorenzo Gallacci (nella foto a sinistra), il commercialista che ha seguito passo dopo passo la donazione.
«SONO soddisfatta, è quello che volevo. Ho iniziato a pensare alla donazione anni fa, quando presidente della Fondazione era Giurlani. Ho fatto tanto volontariato, soprattutto per aiutare donne e bambini, ed avevo preso a domandarmi: perché aspettare? Ho voluto farlo subito visto e mano a mano che mi si sono liberati i locali ho deciso di non rimetterli sul mercato per affittarli di nuovo».
Quanto è durata la trattativa per la donazione?
«Un bel po’, all’inizio erano choccati anche i vertici della Fondazione, poi è stato necessario valutare l’immobile e naturalmente definire il tutto. Il primo a saperlo è stato Franco Mungai che è rimasto senza parole».
Della sua intenzione ha parlato a qualcuno?
«Nessuno, sapevano tutto solamente il mio commercialista e naturalmente i vertici della Fondazione. Avevo genericamente accennato qualcosa al sindaco Tambellini, che è un amico e per il quale ho stima, e all’arcivescovo. Non immagino le reazioni di chi mi conosce».
Cosa l’ha spinta a una donazione del genere?
«Ho ricevuto tanto anche dal volontariato che ho fatto in molte associazioni, ho voluto restituire qualcosa alla città. A Lucca sono nata e c’è un legame particolare con l’edificio che viene dai miei nonni e dai miei genitori che erano importanti commercianti di cereali del nostro territorio. Non è stato facile, ma volevo compiere questo gesto».
Perché come destinatario ha scelto proprio la Fondazione Cassa di Risparmio?
«Mi fido ciecamente di loro, sono un’istituzione solida e seria».
E perché non al Comune?
«Francamente non ci ho pensato».
Oltre che nel volontariato, lei, signora si è spesa più volte per Borgo Giannotti, il suo quartiere.
«Sì, ho contribuito a far risistemare l’indicatore e restaurare la fontana oltre che porta Santa Maria, a proposito: mi auguro che il sindaco provveda a far togliere ragnatele e mantenerla pulita, altrimenti mi arrabbio...».
Sulla sua porta di casa c’è un cartello con una scritta... «Vietato calpestare i sogni». Il suo è realizzato?
«Sì, lo è. Nessuno potrà più calpestarlo e infatti credo che toglierò il cartello».