Massimo Stefanini
Cronaca

Non sapeva di essere incinta, invece è nata Michela: “Pensavamo fosse un problema alimentare”

Altopascio, l’incredibile storia di mamma Valentina. E il racconto del marito che l’ha aiutata: “L’altra notte stava male, ma non sospettavamo niente”. Poi la sorpresa

Il papà Giacomo, la mamma Valentina e la neonata Michela (foto da NoiTv)

Il papà Giacomo, la mamma Valentina e la neonata Michela (foto da NoiTv)

Lucca, 16 gennaio 2025 – “Gli altri hanno tempo mesi per abituarsi all’idea diventare padri, vorrà dire che farò un corso accelerato, perché da non sapere nulla ad avere una figlia è trascorso solo un giorno...”.

Giacomo Paoli, originario di Montecarlo (parente di Duilio Paoli che gestiva il negozio di calzature in centro), adesso residente a Badia Pozzeveri, frazione di Altopascio, di professione pizzaiolo in un locale di piazza Napoleone a Lucca, ha vissuto una storia davvero incredibile che lui stesso racconta.

“La mia compagna Valentina, da tempo avvertiva del malessere, che però attribuiva a problemi di stomaco. Per esempio, dopo aver mangiato la pizza, le si gonfiava l’addome. Gli stessi sintomi di un’intossicazione alimentare che però andava e veniva, perché si sono alternati momenti in cui stava bene. Prima delle festività natalizie questi problemi ci hanno fatto pensare che ci fosse altro, che magari Valentina fosse diventata celiaca. Tra pochi giorni avrebbe fatto tutte le analisi in maniera tale che poi, a luce di queste, i medici ci avrebbero consigliato il da farsi”.

Il ricovero all'ospedale San Luca (Foto da NoiTv)
Il ricovero all'ospedale San Luca (Foto da NoiTv)

Invece “l’altra notte – prosegue Paoli – l’epilogo che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato. La mia ragazza stava male, con nausea e dolori. Ma non sospettavo niente. Sono corso alla farmacia comunale a Lucca per acquistare dei prodotti specifici per i virus che sono in circolazione in questo periodo e che sono simili all’influenza. Ci avrò impiegato mezz’ora. Le ho somministrato le pasticche, cercando di consolarla e di farla stare al caldo. Poi la sorpresa”.

“Ho visto affiorare una piccola sagoma scura – prosegue il racconto Paoli –, la testa della mia bambina e la mia compagna che mi ha urlato che doveva partorire. Potete immaginare il mio stato d’animo, con il cervello che si blocca. Non so come, ho avuto la lucidità di proteggere la bimba in un asciugamano, ma era avvolta dal cordone ombelicale. Sono stati attimi di terrore perché non la sentivo piangere, come fanno i neonati. Pensavo fosse nata morta. Invece, quando mi sono girato per cercare un telefono e chiamare il 118, ho ascoltato quell’acuto che per me si è trasformato in musica dolcissima. Sono arrivati subito i sanitari, ma ogni minuto mi è sembrato un secolo. Per precauzione Valentina e Michela, (così l’abbiamo chiamata), sono state ricoverate all’ospedale San Luca ma stanno bene entrambe. La bimba è tre chilogrammi e 350 grammi, alta 51 centimetri”.

La domanda sorge spontanea: la sua compagna non si è mai accorta di niente? “Lavora nello stesso locale dove lavoro io, dove fa la cameriera, siamo sempre in contatto quindi, ma non ha mai percepito di essere in stato interessante. Da quando era ragazzina ha avuto il ciclo irregolare, non ha mai sentito muovere il nascituro e il gonfiore lo ha attribuito al problema alimentare. Lo so che in tanti non ci credono ma è così, per noi è un lieto evento in tutti i sensi, lo interpreto come un dono, aspettavamo un figlio e non veniva. Se penso a tutti gli imprevisti che potevano esserci partorendo in casa, una possibile emorragia ad esempio, mi sento molto fortunato. E felice. Pensate che i miei parenti più stretti non ci volevano credere, invece è tutto vero”.