È di nuovo Cecchi Gori show: "Se mi capita faccio un ultimo film..."

Il ritorno sotto i riflettori del produttore ed ex patron viola per il battesimo del Lucca Summer Festival Talk

È di nuovo Cecchi Gori show: "Se mi capita faccio un ultimo film..."

È di nuovo Cecchi Gori show: "Se mi capita faccio un ultimo film..."

di Iacopo Nathan

"Nella vita forse ho fatto troppe cose, il politico, il presidente della Fiorentina, il produttore Cinematografico...mi sarei dovuto fermare un po’ di più". Vittorio Cecchi Gori è stato il grande protagonista del primo appuntamento con i Lucca Summer Festival Talk, all’interno del Cortile degli Svizzeri. Si è raccontato a tutto tondo, a partire dal cinema, passando per i suoi amori e le sue difficoltà, fino alla “sua“ Fiorentina.

"Porto con me tanti momenti belli, sicuramente gli Oscar. L’ho preso per “Mediterraneo“, “La vita è bella“ e “Il Postino“, più tante nomination. Se per il primo devo ringraziare mio padre, come per tante altre cose, “Il Postino“ è interamente merito mio. C’è una storia particolare dietro, Troisi si imputò per farlo subito, lui sapeva di avere un problema congenito al cuore, avrebbe dovuto fare il trapianto, ma prima voleva a tutti i costi finire il film. La sera prima di morire volle andare da solo a raddoppiare alcune scene che credeva non fossero venute alla perfezione. Massimo era così, prima lo spettacolo, poi tutto il resto, compresa la salute, Gli volevo tanto bene, è anche grazie a lui se mi sono sposato (risata, ndr)".

"Sono rimasto legato con tanti attori, che mi hanno aiutato anche nei momenti più bui della mia vita, come Pieraccooni, Benigni o Verdone, che è stato anche il mio testimone di nozze".

Un pensiero speciale va agli Usa, dove Cecchi Gori ha vissuto e avuto tanto successo.

"Il mio cuore, per tutta la vita, è sempre stato in America dopo che in Italia. Forse dovevo rimanere lì, non l’ho fatto e forse ho sbagliato. Avevo conosciuto Trump a New York, comprai una casa da lui a Central Park, bellissima, anche se non ho quasi fatto in tempo ad abitarci. Lui mi diceva, mi chiamava: “Ma perché non ci rimani a vivere? Hai la casa più bella del mondo. Vittorio, hai conquistato l’America, che ci torni a fare in Italia?“".

Una carriera di grandi successi e anche di qualche occasione sfumata. "Un rimpianto ce l’ho. Volevo fare con Tornatore il film di “Cent’anni di solitudine“. Andammo una settimana a casa di Garcia Marquez a Città del Messico, ma lui e Tornatore non entrarono in sintonia, e non ci dette i diritti".

La Fiorentina, la squadra del cuore, a cui è ancora molto legato, ha comunque un posto speciale nel cuore di Cecchi Gori.

"Oggi non sarebbe fallita. Mi dispiace perché fu un atto contro di me, volto a distruggermi, ma la Fiorentina non c’entrava niente. Questo a Firenze non l’hanno mai capito fino in fondo".

E guardando al futuro: "Se mi ricapita magari faccio un ultimo film, chissà...".