
La comunità artigiana della Piccola Atene da ieri si è ritrovata all’improvviso orfana di un suo veterano, di quelli che hanno contribuito a portare in città artisti diventati col tempo dei grossi nomi di caratura internazionale. E’ stato un infarto a spegnere la verve di Massimo Del Chiaro, 85 anni, “padre“ dell’omonima fonderia di bronzo di via delle Iare, a Pontestrada, oggi portata avanti dai tre figli Franco, Barbara e Roberto. Residente sul viale Apua, era di origini viareggine ed era entrato nel mondo delle fusioni d’arte in bronzo nel 1949 quando aveva solo 13 anni e mezzo. Nel corso della sua lunga carriera ha approfondito lo studio dell’antico metodo della fusione a cera persa, lo stesso utilizzato da greci, etruschi e romani, diventandone uno dei più esperti a livello mondiale. L’azienda che porta il suo nome fu avviata nel 1980 ed è frequentata ogni anno da centinaia di artisti provenienti da ogni dove. Chilometrica la lista di coloro che hanno collaborato con lui: da Bleifeld a Ciulla, da Cosci a Finotti, passando per Cascella, Manzù, Marinsky, Mitoraj, Theimer, Marcello Tommasi e Vangi. L’epopea di Del Chiaro, che anche dopo la pensione aveva continuato ad andare in fonderia, è condensata nel libro “L’arte del bronzo” del 2009, realizzato per il 60° anniversario della sua attività, a cura di Antonella Serafini con testi di Serafini, Stefano Roni, Roberto Del Chiaro e Valentina Fogher. I funerali dell’artigiano, che lascia anche la moglie Adriana Corfini e l’altra figlia Emanuela, si terranno venerdì con partenza alle 10 da “La Piramide“ e la messa alle 10,30 a Querceta nella chiesa di Santa Maria Lauretana.