MAURIZIO MATTEO GUCCIONE
Cronaca

"E’ necessario colmare i vuoti legislativi rispettando la pluralità di opinioni"

È una visione ampia quella che sul tema del fine vita propone don Andrea Cardullo, direttore dell’ufficio diocesano pastorale della...

È una visione ampia quella che sul tema del fine vita propone don Andrea Cardullo, direttore dell’ufficio diocesano pastorale della salute a Lucca. "E’ innegabile che sia necessario colmare quei vuoti legislativi che ci sono in un ambito come quello del fine vita – afferma – e pur avendo da cattolico la mia idea di come dovrebbe essere normata la cosa, sono consapevole che in un contesto come questo coesistono pluralità di opinioni: nessuno di noi può avere la pretesa che la legge ricalchi a pieno la mia idea, però posso avere la speranza che si avvicini il più possibile e soprattutto sono certo di avere il diritto e il dovere di fare tutto il necessario perché questa mia speranza si realizzi".

Don Cardullo accenna anche alla morale cattolica sul tema: "Vi è un pregiudizio alimentato dall’ignoranza in materia, dei cattolici stessi; il riferimento è che la morale cattolica sia per la preservazione della vita biologica a tutti i costi, non è così; da un lato vi è una condanna totale di ogni forma di accanimento terapeutico e dall’altro c’è il riconoscimento del diritto del paziente a rifiutare una terapia per quanto, anche proporzionata dal punto di vista clinico, venga percepita come soggettivamente non sopportabile". Per il sacerdote, "il riconoscimento di questo diritto ha una grande rilevanza, è un passaggio cruciale nella gestione delle fasi terminali della propria vita da parte del paziente e ha rilevanza la possibilità di rifiutare una terapia, alla luce dell’esistenza delle cure palliative". Su queste Don Cardullo espone con dovizia il suo pensiero: "Quella delle cure palliative suscita una riflessione perché sono partite con un decreto ministeriale del 1999 e poi una legge del 2010 ma non sono state sviluppate adeguatamente". Don Andrea sostiene che "la medicina palliativa offre la possibilità di andare incontro alla sofferenza estrema; senza impegnarci a fare ciò che potevamo e dovevamo fare per dare sollievo alla sofferenza, di fronte al grido dei malati lasciati soli a sé stessi, presentiamo la proposta di legge sul suicidio assistito".

Poi arriva al cuore del provvedimento della legge regionale: "Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che lo spiraglio aperto con la legge, diventerà un portone, perché i paletti verranno abbattuti: basti guardare l’esperienza dei Paesi nei quali è stata legalizzata l’eutanasia e l’andamento: i numeri di accesso, relativi all’età media, al tipo di patologie, sono spaventosi e penso alle contraddizioni di un Sistema sanitario nazionale che offre tra le sue prestazioni, dall’assistenza medica al suicidio". Per Don Cardullo, "alla base ci sarebbe un diritto alla morte, tutto da dimostrare, ma allora dovrebbe esserci un dovere di corrispondere a questo diritto alla morte, il dovere di far morire: il sistema sanitario finirebbe per avere contemporaneamente il dovere di promuovere e garantire la salute e quindi la vita di alcuni e il dovere di favorire la morte di altri". Infine la conclusione, indubbiamente severa: "Sembra che questa legge abbia seguito le regole del mercato e creato un bisogno individualista e adesso si offra la soluzione al bisogno: mi auguro che le cose alla fine possano andare diversamente".

Maurizio Guccione